CE L’HA FATTA!

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Daniil Medvedev ha vinto gli Internazionali d’Italia sconfiggendo in due set il danese Holger Rune, il più forte tennista troglodita del momento, che lascia a Roma le sue smorfie da bulletto delle elementari, il pigiamino simil terra rossa e quella sfinge di sua madre sugli spalti, che non si è commossa nemmeno sentendo le parole di ringraziamento del figlio.
Va dato atto che questa volta Rune non ha ecceduto nei comportamenti, a parte i soliti immancabili sorrisini di scherno quando Medvedev pareva in difficoltà. Non ha simulato distorsioni o stiramenti a gambe e braccia, che di norma fanno da contorno alle sue performance, nel tentativo di innervosire l’avversario, che nel giro di pochi minuti lo vede sempre risorgere e pronto anche per una finale di salto in lungo o di lancio del giavellotto.
Medvedev, da gran signore qual è, alla fine ha ringraziato il pubblico romano, che non ha mai mancato di manifestare la sua netta preferenza per Rune. Se dall’altra parte ci fosse stato Jannik Sinner, Rune sarebbe stato sbeffeggiato, provocato e processato per tutta la durata del match. Ma dal momento che c’era un russo, la scelta era scontata.
Un match che avrebbe potuto chiudersi prima, se non fosse stato per tre punti dati a Rune, quando al contrario l’occhio di falco li ha attribuiti a Medvedev. Ma a Roma il Var del tennis non ha ufficialità, perché funziona soltanto per il pubblico che segue da casa. Cosa che francamente rappresenta un mistero.
La vittoria di Medvedev reca in sé due certezze. La prima è il suo posizionamento al secondo posto nel ranking mondiale alle spalle del cannibale Carlos Alcaraz. La seconda, quella che pare essere una regola consolidata: l’occultamento della bandiera, insieme alla negazione della cittadinanza per tutta la durata del torneo, porta bene ai tennisti russi e bielorussi, donne comprese, che ormai stanno vincendo quasi tutto.
Lode a Daniil Medvedev, perché giocare in simili condizioni ambientali sarebbe stato durissimo per chiunque.