GLI “ASMA BOYS”

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Gharyan si trova a circa 80 km a sud di Tripoli sulle pendici dell’altopiano del Gebel Nefusa.

E’ una cittadina berbera, apparentemente tranquilla, piccoli negozi sulla strada principale, una ventina di moschee, un piccolo ospedale fatiscente e privo di personale preparato ad affrontare una malattia diversa dal raffreddore.
Insomma, tutto nella norma.
Se non fosse per quell’edificio marroncino posto a sud della città.
La prigione di Gharyan.
Qui vengono portati i Migranti catturati dalla Guardia Costiera libica.
Qui vengono incarcerati per mesi o per anni, fino a quando non pagano il “riscatto” o non riescono a fuggire.
Qui c’é il mercato degli schiavi, della prostituzione.
Qui c’é lo stupro, la violenza, spesso gratuita compiuta solo per il gusto di colpire, ferire e spesso uccidere.
Qui c’é la sistematica violazione di tutti i Diritti Umani.
Qui non ci sono Persone ma animali in gabbia.
Gharyan, cosi’ come il famigerato Campo di Bani Walid, é l’emblema della criminalità umana, della tortura sadica e perversa dei carcerieri.
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Qui imperversano gli Asma Boys.
Quando la polizia vuole essere più persuasiva del solito, chiama queste bande di criminali, specializzate nello sfruttamento e nella tortura dei migranti. Abbiamo ottenuto il permesso di entrare nell’infermeria del carcere per consegnare medicinali ed assistere alcuni malati.
Sempre sotto sorveglianza delle guardie armate.
Nonostante questo siamo riusciti a scambiare qualche parola con dei “feriti” legati nel loro letto.
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“Ogni volta che cerchiamo di scappare, le guardie chiamano gli “Asma boys” per venire a frustarci.
Gli Asma sono venuti e ci hanno picchiato con i loro kalashnikov.
Guarda le mie mani, vedi le cicatrici ?
Ho il corpo coperto di questi segni.
Ci picchiavano con il kalashnikov, a mani nude, con dei bastoni.
Ridevano e imprecavano, ci insultavano e smettevano solo quando non avevamo più nemmeno la forza per tentare di ripararci dalla loro violenza.
Ho pensato che era meglio morire una volta per tutte piuttosto che subire tutto questo”.
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Una guardia si é accorta che parlavo con questo ragazzo ed é intervenuta spingendomi fuori.
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– Cosa ti ha detto ?
– Niente, solo che gli faceva male la schiena
– Niente altro ?
– No, niente altro
– Vattene
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Mi ha preso per un braccio e portato in cortile. Ha parlato con un gruppetto di guardie ed una di loro si é avvicinata
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– Sono il Comandante, non dovete fare altro che portare medicine e andarvene, non vi é permesso di parlare con i detenuti
.- Io non parlavo, ascoltavo il suo dolore.
– Fingono di star male per non lavorare
– Ha ferite su tutto il corpo, come puo’ dire che “finge” ?
– Se le procurano da soli
– Vuol dire che si bastonano e si accoltellano da soli ?
– Si, é quello che fanno e adesso fuori di qui.
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Lasciamo Gharyan ed il suo inferno.
Li dentro ci sono più di 800 Persone ma ufficialmente i detenuti sono solo 37.
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Sia chiaro a tutti, questo abominio é possibile grazie a Minniti ed al suo famigerato Memorandum che consente, anzi pretende, l’arresto e la detenzione dei Migranti in fuga.
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Grazie Minniti…..
ma tu dormi la notte ?
Beato te, Io no, proprio non ci riesco.