QUEL SONDAGGIO SHOCK IN UCRAINA

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

La guerra, si sa, tira fuori il peggio dalle persone. E c’è sempre qualcuno che fomenta l’odio. Ma se a farlo, nell’indifferenza generale, è lo Stato attualmente più sponsorizzato per entrare nell’Unione Europea, allora dobbiamo incominciare a preoccuparci.

UNIAN, la maggiore agenzia di stampa ucraina, sta raccogliendo le adesioni ad un sondaggio lanciato online. Questo il quesito, debitamente tradotto: «Chi nel pantheon dei propagandisti della feccia russa dovrebbe essere preso di mira dopo Dugina, Tatarsky e Prilepin?».

Soltanto pochi giorni prima, dal capo dell’intelligence ucraina Kyrylo Budanov era arrivata una rivendicazione di quegli attentati, insieme all’annuncio di un futuro zeppo di russi uccisi in tutto il mondo.

Ma l’odio genera mostri. Di qui la scelleratezza dell’agenzia Unian, sotto lo sguardo a dir poco rassicurante del governo ucraino.

In un paese civile, Italia compresa, un’iniziativa del genere porterebbe ad un processo e a una condanna per pubblica istigazione a delinquere e apologia di reato. In Ucraina, invece, ci ridono sopra. E proviamo a immaginarci quale sarebbe la reazione di noi europei se in quel sondaggio, al posto della Unian, ci fosse la Tass e riguardasse l’assassinio di cittadini non russi, ma ucraini.

Ma la cosa che fa ridere amaramente è che l’Ucraina, con una signora agenzia nazionale di stampa che arriva a concepire nefandezze del genere, la si vorrebbe far entrare nella UE!

Mentre pensiamo al colorito quesito di quel sondaggio, prestiamo un attimo attenzione a cosa dice l’art. 2 del Trattato sull’Unione Europea: «L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini».

Non sforziamoci di rimanere con la faccia seria. Questa Ucraina, finché non cambia nelle fondamenta, non potrà mai essere un paese europeo. Mai.