DI CLAUDIO KHALED SER
La visita del caporale Haftar in quel di Roma é il frutto delle richieste italiane, inoltrate dal Ministro del Petrolio De Scalzi (AD dell’ENI) all’isterico soldato per chiarire la nuova politica della fornitura dell’oro nero, dopo la decisione Usa di riprendere gli acquisti in terra libica.
Lo scorso 26 marzo le multinazionali americane Halliburton e Honeywell hanno concluso due accordi, per un totale di 1,4 miliardi di dollari con la National Oil Corporation libica (Noc) per lo sviluppo, rispettivamente, di un giacimento petrolifero nella Libia centrale, e la costruzione di una raffineria di petrolio nel sud-ovest del Paese.
Ovviamente i Paesi europei, Italia in primis, temono che i flussi vengano rivisti e la ripartizione del petrolio modificata.
L’interesse verso la Libia da parte degli americani é teso inoltre a contrastare l’influenza russa sul territorio dove da anni domina la famigerata Compagnia Wagner, “amica” di Haftar.
Il caporale é da anni la spina nel fianco del Governo di Tobruk, mal sopportato da tutti ma accettato per la sua forte influenza militare sulle truppe cirenaiche.
Oltretutto Haftar controlla i pozzi petroliferi e senza un accordo con lui, non passa una goccia di petrolio.
Chiarite quindi le ragioni della visita, viene sbandierata pure la questione “Migranti“ tasto intoccabile con Haftar.
Lui non li vuole nemmeno vedere.
Gli ordini impartiti sono chiarissimi: fuori dalla Libia.
Rappresentano un fattore destabilizzante, sono invisi alle Tribù, mal sopportati dal Popolo libico.
Vi avevo già informato mesi fa della nuova politica anti immigrazione del soldatino e di come centinaia di barche s’apprestavano a lasciare la Libia partendo dalla Cirenaica.
Un flusso favorito dalle stesse milizie fedeli ai desideri di Haftar.
Niente e nessuno gli farà cambiare idea.
Nemmeno la Meloni.
Ma il discorso Migranti NON é comunque sul piatto.
La visita riguarda solo ed esclusivamente il petrolio.
E non riguarda nemmeno le presunte Elezioni Generali che si dovrebbero tenere in Libia.
Haftar vuole essere Presidente, i suoi nemici lo vorrebbero morto.
Punti d’intesa non ce ne sono, quindi le Elezioni non ci saranno.
Inutile girarci intorno.
Una nota di “colore” a margine dei colloqui.
Haftar si é presentato con un bambino travestito da generale al suo fianco.
Dato che il caporale i gradi e gli onori se li é conferiti da solo, autonominandosi TUTTO, la presenza del ragazzino era un modo per ribadire che lui può insignire chiunque di qualsiasi onorificenza e potere, perfino un ragazzetto.
Più arrogante di così, difficile esserlo.