IL LAMPO GAMMA

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Viviamo tempi che più di merda non si può, è vero, e non si capisce quindi perché qualcosa dovrebbe salvarsi: la Musica, per esempio.
Eppure ci sono stati tempi perfino peggiori di questi: il Medioevo, le guerre, gli anni ’70, tanto per fare una sintesi brutale, eppure in quei periodi bui si è creata lo stesso una quantità di Bellezza tale da eternarsi nella storia e nell’anima. Ci si opponeva a quello squallore con la Speranza, e da quella reazione nascevano Sogni e Bellezza.
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Oggi no. Zero.
Calma piatta: solo merda, telefonini e intelligenza artificiale.
Non ci sono i Maestri, non c’è Pensiero. Quella Bellezza che ci può salvare non esiste, se non qualche residuo di tempi passati o nascosta dentro splendide persone alle quali non verrà mai data nessuna possibilità.
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E’ così anche per la Musica.
Ieri ho dato qua e là un’occhiata, e un’orecchiata, al Concerto del I Maggio, e a parte poche eccezioni, ho trovato quella roba di una bruttezza lancinante, e quei personaggi finti, di plastica, tutti omologati verso il basso ma talmente presuntuosi e presi dal loro personaggio da essere convinti di potersi definire artisti.
“Artista”… la parola più sputtanata del millennio.
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I testi migliori sentiti su quel palco sono stati “Rrromaaa, ciaooo, grazzzie, ciao romaaa, su le maniii, su le mani romaaa…” inframezzati da Ambra che tra un’esibizione e l’altra declama gentilmente a tutti il suo “grazie, grazie davvero, tizio”, dove tizio è il cantante che si è appena esibito.
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La musica poi, ma definirla così è un pericoloso azzardo, non era buona nemmeno per batterci le mani sopra e prova senza alcun dubbio che ci siamo già estinti, il lampo gamma c’è già stato e adesso viviamo tutti, sereni e rincoglioniti, in una dimensione parallela, impegnati senza sosta in una corsa verso lo sprofondo.
Zombie, senza averlo capito.