TRA I SEGRETI USA SVELATI, I SOLDATI OCCIDENTALI IN UCRAINA E ANCORA ALLEATI SPIATI

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

E la slavina divenne valanga. Allegoria che descrive il caos in queste ore al Pentagono, dopo la fuga di notizie ‘top secret’ finite sui giornali di tutto il mondo. E mentre l’FBI cerca di scoprire l’origine del ‘buco’, vengono a galla particolari da brividi che fanno apparire l’affaire ‘Snowden’ rivelazioni innocenti
E se Putin è un ottuso autocrate guerrafondaio, molti leader occidentali sono mentitori patentati nel negare qualsiasi coinvolgimento in zone di guerra, ad evitare accuse di ‘cobelligeranza’ che possono trascinando le loro popolazioni in un conflitto generalizzato.

Militari occidentali in Ucraina

Un documento datato 23 marzo parla di un gruppo di forze speciali occidentali, operante all’interno dell’Ucraina. I dati a disposizione descrivono la presenza di 50 soldati britannici, 17 lettoni, 15 francesi, 14 americani e uno dei Paesi Bassi. Non viene specificato dove sarebbero collocate queste unità, né quali siano le operazioni in cui sono coinvolte, ma il Pentagono ha confermato l’autenticità dei file. Altri file descrivono minuziosamente la costituzione di 10 brigate d’assalto ucraine, passando in rassegna gli armamenti occidentali ricevuti, tra cui carri armati, blindati di vario tipo e pezzi di artiglieria. Riprodotte anche le mappe, che segnano i percorsi della prevista controffensiva di primavera, che dovrebbe essere condotta dalle forze di Kiev.

Le analisi contro la propaganda

Il Washington Post ha pubblicato un file, in cui si avanzano seri dubbi sulle possibilità di successo dell’esercito di Zelensky. Gli ucraini, in sostanza, non avrebbero uomini sufficienti per sostenere l’attacco che, come sanno tutti gli esperti di strategia, dovrebbe vedere una proporzione di 3 per chi avanza e di 1 per chi invece si difende. Sempre secondo il WP, a fronte di tale sanguinoso sforzo, gli ucraini non otterrebbero che modesti vantaggi territoriali.

Egitto tra razzi e grano

Più pesante, la rivelazione del quotidiano di Washington, sul ruolo di sostegno dell’Egitto nei confronti del Cremlino. In un documento di febbraio viene citata una personale direttiva di El-Sisi. Il Presidente del grande Paese arabo, formalmente alleato degli Stati Uniti, avrebbe ordinato la produzione di 40 mila razzi da esportare, subito dopo, in Russia. Se questa rivelazione fosse confermata, la decisione sarebbe frutto di uno scambio di favori: armi egiziane per ripagare il grano russo. Tuttavia, sulla questione esistono molti dubbi, se non altro perché Washington assiste il grande Paese arabo con oltre un miliardo di dollari l’anno.

Corea del Sud e guai interni

Più serio appare lo scompiglio gettato dentro l’establishment della Corea del Sud. La Casa Bianca spiava quel governo, ed era a conoscenza delle divergenze per ciò che riguardava l’export di armi e munizioni verso l’Ucraina. La rivelazione delle conversazioni strettamente confidenziali tra i leader del Paese mentre erano intercettati dalla Cia e, probabilmente, dalla National Security Agency, ha già sollevato un vespaio di polemiche a Seul. E l’opposizione è partita all’attacco del governo, accusato di essere acquiescente e manipolato dall’America.

Spie improvvide da padroni del mondo

E lo sconcerto, nella stampa occidentale, sull’atteggiamento prepotente, quasi sprezzante, degli americani verso gli alleati è ormai largamente condiviso. Il britannico Guardian ricorda che le rivelazioni di Snowden avevano scoperchiato un vaso di Pandora di nefandezze a stelle e strisce: «Gli Stati Uniti -scrive il giornale inglese- avevano preso di mira e spiavano almeno 35 Paesi amici, tra cui la Germania e il suo Cancelliere, Angela Merkel. E, da allora, non sembra sia cambiato granché, dato che la pratica continua ancora oggi». Novità anche sui presunti maneggi del mitico Mossad israeliano, per far uscire di scena il pericoloso premier Netanyahu. Un modo per rendere ancora più difficili le già complicate relazioni tra Biden e lo Stato ebraico.

In cauda venenum

Il Post cita, infine, un documento che, al di là dell’informazione in sé, ha sicuramente avuto l’effetto di scompaginare la catena spionistica americana in Cina. Sono state pubblicate, infatti, le immagini di un missile ipersonico sperimentale, il DF-27, che ha volato per oltre 2000 km. A parere degli esperti, l’arma può essere utilizzata per colpire i siti di lancio dei missili balistici Usa. Nello stesso file, compariva anche una nuova nave da guerra cinese e veniva mostrato il lancio di un razzo per la messa in orbita di un satellite da ricognizione.

“Per ora basta così. Magari domani, aprendo qualche ‘blog’ per passare un pomeriggio in allegria, ci capiterà di vedere le mappe di tutte le installazioni nucleari balistiche americane. Se non ci fosse da piangere, ci sarebbe da ridere”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

12 Aprile 2023