DUNQUE…

DI SALVATORE GRANATA

 

A Rimini oggi sono stati ospiti del XIX congresso della Cgil la Schlein, Conte, Calenda e Fratoianni.
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Si è parlato, Calenda escluso, con franchezza dei programmi e dei punti in comune tra i vari vertici dell’opposizione (salario minimo, sanità pubblica, lotta all’evasione, etc).
Lasciando perdere i due leder di “sinistra”, soprattutto Fratoianni, inconsistente come sempre e credibile come Marzullo in onda in prima serata o a mezzogiorno, il presidente del M5S ha prima schiaffeggiato Calenda tirando in ballo l’argomento Jobs act:
“Dobbiamo contrastare la precarietà e ritrovarci su un punto: tutto ciò che ha rappresentato e realizzato il Jobs act è un fallimento”.
E poi lo ha anche ripassato a puntino accusandolo di aver votato insieme con la destra (“A me non preoccupa quando Carlo prende qualche voto dalla destra, mi preoccupa di più quando tu, con il tuo amico Matteo Renzi, voti con la destra”).
Carletto, e poi Renzi e Marattin sul Parlamento di Twitter, hanno ribattuto che la misura avrebbe contribuito a creare 1,2 milioni di posti di lavoro. Più di quelli promessi da Berlusconi a porta a porta da Gocciole Pavesi Vespa.
E sul voto con la destra, inviperito, il leader di azione ha risposto piccato, improvvisandosi il benefattore del nuovo “centrosinistra neoliberista”, colui che toglie ai destrorsi per dare ai poveri:
“A me va bene tutto, ma mi dite quando avrei votato con la destra? Sulla guerra? Ah, allora ho votato anche col Pd: il Pd è di destra? Noi con la destra non abbiamo mai votato”, ha aggiunto ricevendo i fischi della sala, cui ha replicato: “informatevi invece di fare i pecoroni. Io cerco di fregare un po’ di voti a destra, voi ve li fregate tra di voi. Se c’è qualcuno che li frega a destra, dovrebbe farvi comodo anche se è un po’ più liberale”.
Fine: Carletto fischiato e allo sbando più totale.
Niente da fare. Incontro terminato malissimo (per Calenda ovviamente), ma risate allo stato puro.
La prossima volta spero invitino Renzi.
Bravo Giuseppe Conte, la strada è ancora lunga. Adesso uno sguardo ai territori, scegliere gli uomini giusti, valutare le competenze e ascoltare gli attivisti tramite coordinatori seri, non i soliti costruttori di feudi che hanno rovinato il Movimento.
Occhio. C’è uno spazio dove proclamarsi campioni, e che aspetta solo di essere occupato con i fatti. Ed è un modo per riavvicinare tanti astensionisti, delusi e rassegnati.
Salutoni.