PER IL PROBABILE CANDIDATO REPUBBLICANO ALLA CASA BIANCA RON DE SANTIS, «L’UCRAINA NON E’ UNA PRIORITA’»

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

 

Bomba politica su Washington mentre sul fronte militare si rischia lo scontro diretto con l’aviazione russa che contrasta un drone Reaper Usa partito probabilmente da Sigonella, in Sicilia, e operativo sul Mar Nero. Drone ‘da ricognizione’ e danneggiato da due caccia russi, con i suoi piloti da casa che poi lo hanno fatto precipitare, la versione Usa. Ricostruzione russa: ‘Il velivolo volava vicino alla penisola di Crimea verso la Russia con i trasponder spenti. Non sono state usate armi, e il drone, ‘dopo una brusca manovra, è finito in acqua’. Una bella preda per li spionaggio militare russo.

Presidenziali Usa 2024, si comincia da Kiev

La campagna elettorale per le Presidenziali americane del prossimo anno è già partita. E benché le posizioni dei possibili sfidanti non siano ancora delineate, già comincia il primo intenso fuoco di sbarramento sui programmi. L’astro nascente del Grand Old Party (GOP) repubblicano, Ron DeSantis, ha fatto una mossa che farà rumore: in pratica, ha detto che l’impegno degli Stati Uniti per l’Ucraina “non è nell’interesse nazionale”. E non è importante solo quello che ha dichiarato, ma anche dove lo ha fatto comunicare, cioè sulla Fox News. Durante il programma del noto (o famigerato, dipende dai punti di vista) Tucker Carlson, ‘anchorman’ chiacchieratissimo per i suoi rapporti con Donald Trump e con tutto il blocco ultraconservatore dei Repubblicani.

Guerra al buio e “colpo a sorpresa”

Si sapeva che la guerra senza una strategia chiara di Biden in Ucraina, aveva cominciato, già da tempo, a essere oggetto di confronto dentro il Congresso. Ma finora, a parte Trump, nessuno aveva preso così nettamente le distanze, da uno sforzo che molti ancora giudicano ‘moralmente vincolante’. Per la verità, disagi significativi si sono registrati anche in campo Democratico, ma dopo alcune prese di posizione la fronda è rientrata. Tra i Repubblicani, invece, il fuoco cova sotto la cenere e il partito sembra spaccato. Il capogruppo dei senatori, Mitch McConnel è decisamente pro-Ucraina, mentre lo speaker della Camera, Kevin McCarthy, più volte ha ribadito il suo scarso entusiasmo.

Ron De Sanctis “tradotto” dal Washington Post

Ma cosa ha detto, sostanzialmente, il Governatore della Florida, DeSantis, in quello che potrebbe essere il segnale di una futura svolta nella politica estera americana? Ecco ciò che riporta il Washington Post: «Mentre gli Stati Uniti hanno molti interessi nazionali vitali – proteggere i nostri confini, affrontare le crisi di emergenza con le nostre forze armate, raggiungere la sicurezza energetica e l’indipendenza, controllare il potere economico, militare e culturale del Partito comunista cinese – diventando ulteriormente invischiati in un territorio, la disputa tra Ucraina e Russia non è una di queste priorità».

Trump rincorre e rincara la dose

Nella stessa trasmissione, quasi a confermare il ‘backstage’ elettorale, a DeSantis ha risposto Trump, rincarando la dose. E dicendo che è ormai tempo di finire la guerra e di negoziare. Aggiungendo che, se dipendesse da lui, Putin in cambio della pace potrebbe prendere il controllo di parti dell’Ucraina. Infine, l’ex Presidente ha voluto essere chiaro: contenere la Russia è principalmente un interesse dell’Europa, non degli Stati Uniti. E messa così, occorre dire che, in fondo, Ron DeSantis è stato molto più moderato di Trump.

I retroscena interni Usa

Ma per capire, effettivamente, l’origine del dibattito (ormai diventato astiosa polemica) occorre leggere attraverso tutte le carte. Il problema vero non è Kiev e nemmeno Zelensky, ma tutta la strategia di riposizionamento in vista delle Primarie presidenziali. DeSantis è il più serio ostacolo alla schiacciante supremazia di Trump nel GOP e, tra qualche settimana, annuncerà la sua candidatura alla Casa Bianca. Se dovesse essere lui il ‘front runner’ repubblicano nel 2024, allora Biden (o l’eventuale candidato democratico) potrebbe perdere. Ancora è troppo presto, per azzardare previsioni sui possibili flussi elettorali e su come sarà l’America tra un anno e mezzo.

“Teoria critica della razza” e Ucraina “vaso di coccio”

Ma DeSantis è un avversario pericoloso per i Democratici, perché pesca bene anche tra le minoranze. Soprattutto tra gli ispanici che, di fatto, con la ‘Teoria critica della razza’, i progressisti liberal tendono a trattare come immigrati di serie ‘B’, riservando invece tutte le loro attenzioni solo ai “colored”. Non a caso, DeSantis ha sfondato, battendo il suo avversario per il Governatorato, col 60% dei voti. Molti dei quali in arrivo dai ‘latinos’. Insomma, come già si è visto alle elezioni di Mid Term, i Democratici preferiscono avere davanti un avversario facilmente attaccabile come Trump, che ha molti scheletri nell’armadio. La povera Ucraina, in tutto questo, fa la figura del vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro: all’occorrenza diventa argomento da campagna elettorale, da sbandierare come feticcio o come tabù, quasi da esorcizzare.

Imbarbarimento politico

L’imbarbarimento della vita politica americana, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti ed è la risultante di una democrazia e di una società che crescono meno rapidamente della loro economia ipertecnologica. È probabile che nei prossimi mesi, mano a mano che la campagna elettorale per le Presidenziali entrerà nel vivo, gli scenari di politica estera comincino a diventare ancora più instabili di quanto lo siano attualmente. Biden (o chi per lui), sondaggi alla mano, dovrà navigare su oceani sempre più burrascosi, guardandosi continuamente le spalle dagli avversari Repubblicani, pronti a contestare ogni sua mossa.

“In una situazione di questo tipo, l’unica speranza per l’Ucraina si chiama Europa. Non crediamo che continuare a puntare ciecamente sugli Stati Uniti possa garantire a Zelensky e al suo popolo una parte di quello che sognano”.

 

Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

15 Marzo 2023