“USO PARSIMONIALE DEI SOCIAL”

DI SALVATORE GRANATA

 

E visto che bisogna fare rete o informare, quando in Italia c’è qualcuno che protesta legittimamente per dei diritti sacrosanti è dovere di ogni cittadino, soprattutto chi non può essere fisicamente al fianco dei manifestanti per motivi di salute, topografici o lavorativi, far sentire la propria vicinanza anche in altri modi. Anche con la condivisione delle proteste, perché i giornali (a parte i soliti noti) non lo faranno mai di loro sponte.
Si chiama “uso parsimonioso dei social”.
A Napoli, infatti, oltre 500 disoccupati (organizzati dalla sigla 7 Novembre e il cantiere 167 di Scampia) si sono organizzati in presidio al comune contro i tagli al reddito di cittadinanza e per la vertenza storica dei corsi di formazione legati alle emergenze ambientali.
I disoccupati hanno chiesto senza successo un incontro con l’assessore comunale al Lavoro Chiara Marciani. Ovviamente la tensione è salita quando qualcuno ha tentato di forzare il cordone di polizia in assetto antisommossa che era davanti Palazzo San Giacomo.
Il problema dei politici o aspiranti tali è proprio questo: in campagna elettorale è troppo facile promettere e passare come fenomeni, oppure non capire che quando si governa, le impellenze primarie sono quelle del ceto medio e dei più disagiati, perché non hanno di che campare.
Ed è facile poi trincerarsi dietro i cordoni di polizia.
Le persone lo sanno, e rassegnate, deluse, anziché farsi arrestare, possono fare soltanto una cosa: non andare a votare e cercare il proprio sostentamento all’estero o altrove.
Anche i politici lo sanno e giocano su questo.  Fondamentale infatti la richiesta di ristabilire la democrazia vera nel nostro Paese, con delle leggi più eque e dove il popolo abbia maggiore peso.
E qui bisogna che una forza politica prenda a cuore questa battaglia. Non a chiacchiare ma seriamente.
Riformare in particolare i referendum popolari (“troppo scalbabili”), cambiare la legge elettorale attuale, togliere l’immunità ai parlamentari e ridurre i privilegi della Casta.
Art.1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.