FASCISTI SU MARTE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Non rimane che prenderne atto e agire di conseguenza.

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Anche senza il fez e gli stivaloni, anche senza abolire le libere elezioni, anche senza mettere fuorilegge i partiti d’opposizione l’Italia è diventata un paese fascista.
La condanna a morte che mette fine alla tortura di Alfredo Cospito pronunciata ieri dalla Cassazione è solo l’ultimo dei fatti che lo dimostrano, in meno di quattro mesi quello che era il timore di pochi è diventato una nefanda certezza.
Avevano cominciato subito, con quel decreto contro i rave party di Piantedosi che considerava reato ogni riunione di più di 50 persone. A torto lo avevamo considerato la pagliacciata di un principiante, ora sappiamo che si trattava di un “ballon d’essai” per valutare la forza dei venti contrari prima dell’ascensione aerostatica.
Risultato? Venti quasi assenti, si può cominciare.
Da quel giorno gli attacchi alla democrazia si sono succeduti con cadenza giornaliera, piccole ma significative scaramucce ideologiche come la sovrapposizione del ricordo delle foibe alla memoria dei campi di concentramento nazifascisti e grandi assalti all’arma bianca come le accuse di connivenza con la mafia rivolte al PD da due gerachetti di secondo piano sotto l’ala protettrice di Nordio.
E della disinvoltura con cui Valditara straccia la costituzione antifascista minacciando una preside che ha osato richiamarla ne vogliamo parlare?
Potrei citare decine di episodi prima di arrivare al più osceno, al più turpe, al più vigliacco di tutti gli altri, a quello che più di ogni altro richiama le infamie fasciste di cento anni fa: la persecuzione e il sabotaggio di chi ha la pretesa di non lasciar annegare in mare uomini, donne e bambini del colore vietato e dall’etnia incerta.
Il fascismo è fatto, ora bisogna fare la Resistenza.