IL PROBLEMA PRINCIPALE E’ ETICO-CULTURALE POI POLITICO…

DI SALVATORE GRANATA

REDAZIONE

 

Finalmente la pagliacciata sanremese è finita (intendo lo spettacolo tecnico in sé, non tutto quello che anticipa e che verrà dopo)…adesso torniamo a occuparci del grande fratello, di calcio, delle querelle pubbliche, anche a distanza, tra i politici – che sgomitano per sentirsi protagonisti e altri che si ostinano a non mollare per non cadere nell’oblio -, dei talk in cui qualcuno (un’opinionista, un influencer, un politico-mummia, un giornalista) la spara grossa per poi far parlare i tg, le radio, i giornali e i social e quindi la gente, di quell’argomento specifico che tutto è fuorché Politica.
Insomma torniamo a parlare di tutte quelle cavolate che siamo abituati a sentire ogni giorno, tranne di Lavoro (vero, non precario), Sanità Pubblica, pensionati, giovani, reddito di cittadinanza indispensabile per i disoccupati, salario minimo legale, sblocco dei crediti del superbonus, donne, disabili e altre cose futili (tipo la Pace o la lotta all’evasione fiscale).
E se invece qualcuno parlerà di sociale, di organizzazione, di partecipazione, sarà solo per andare a “rovistare”, ravanare, ancora (di più) tra la disperazione della gente…solo per entrare nel meraviglioso mondo della Casta.
Quasi il 40% della popolazione ha capito la “suonata”: non tutti ovviamente, una parte se ne sbatte, l’altra aspetta un nuovo (l’ennesimo) Messia, ma non ha i mezzi per organizzarsi.
Il resto, sono le solite chiacchiere per dare speranza, per rimpolpare lo schieramento dei polli e per continuare all’infinito questa fantastica tiritera che è la politica italiana.
Capisco che poi ci sia poco da discutere in giro e la passione di chattare e di fare gli allenatori politici finirà, però…è così.
Il sistema è paralizzato. Anche dalle leggi vigenti.
Il problema principale è etico-culturale, poi politico (che è soltanto una conseguenza).
The end.