OCCORRE CHE QUALCUNO SI OCCUPI DI COSTRUIRE UN SOGGETTO POLITICO VERAMENTE DI SINISTRA

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

La molto probabile elezione di Bonaccini alla segreteria del PD, sarà la prova finale che quel partito non voglia uscire dalla morsa renziana e che non abbandonerà mai la linea di politica economica neoliberista, che ne ha caratterizzato l’iniziativa, dall’avvento di Renzi in poi.

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C’è poco da parlare di ipotetici “campi progressisti” con chi misura il suo “progressismo” solo nel campo dei diritti civili, mentre su quello dei diritti sociali è interamente votato alla tutela degli interessi del grande capitale. Con chi non ha una visione almeno costituzionale del welfare, nonostante le passionali dichiarazioni a difesa della Carta Magna.
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Progressista è chi il progressista fa, non chi dichiara di esserlo, applicando una perversa “prassi” che lo porta a fare esattamente il contrario di ciò che prevederebbe il minimo sindacale di un comportamento veramente progressista.
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E neppure sui temi, almeno quelli dichiarati, ci può essere un trait d’union con la stessa classe dirigente che approvò il Jobs Act, abrogò l’Art. 18 e depotenziò gli uffici dell’Ispettorato del lavoro. O con chi ha deliberatamente bypassato l’art. 11 della Costituzione sulla guerra.
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L’elezione di Bonaccini rappresenterà il punto di non ritorno di un partito ormai definitivamente rivolto al centro. Quindi alla destra di molti suoi elettori ed alla destra dei temi cari al cosiddetto “progressismo”.
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Occorrerà che qualcuno si occupi di costruire un soggetto politico veramente di sinistra.
Allora se ne potrà riparlare.