DISPIACE

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Devo confessare di averlo stimato molto.

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L’ho considerato una delle migliori risorse umane del Movimento 5 Stelle. Gli ho attribuito la virtù della coerenza, insieme ad un uso della eloquenza molto efficace e puntuale. L’ho anche scritto.
Rimasi male quando cominciarono i primi problemi per la sua autocandidatura alla Regione Sicilia. Criticai chi lo attaccò. Pensai che l’attacco fosse strumentale e che fosse scatenato a supporto di altre ambizioni e di altri candidati. Non nascondo di aver avuto dei colloqui con lui e mi sono sentito vicino a lui anche umanamente.
Non ho condiviso la sua scelta di rottura, l’ho trovata, oltre che inspiegabile, inopportuna ed intempestiva. Gli scrissi consigliandolo di stare attento a chi si avvicinasse, perché il pericolo dello sputtanamento era serio.
Lui non ascoltò il mio e di altri consiglio, seguendo Cateno De Luca in un’operazione politica assurda. Fu scaricato e si sputtanò definitivamente. Evidentemente le ambizioni personali, in lui, superano la ragionevolezza.
Oggi riscopre di avere “culture mai sopite di sinistra”, aderendo ad un partito che di sinistra non è, ma può garantire qualcosa.
Rappresenta ormai una grande delusione, la certificazione dello sbaglio nel mio precedente giudizio. Precedente, ovviamente, perché sono troppe le cose avvenute per non ritirare quella stima inizialmente concessa.
Pochi giorni fa scriveva un paio di commenti sotto un mio post che attaccava gli effetti della riforma Cartabia. Ve li ripropongo. Oggi, dimenticando ciò che scriveva pochi giorni fa, annuncia la sua adesione al PD. Nel commento ha parlato di scuse. Dovrebbe chiederle a sé stesso, per aver dilapidato un intero patrimonio di credibilità.
La coerenza, questa sconosciuta.
Dispiace