ALLARME ROSSO: MELONI IN CALO

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Flessione di Fratelli d’Italia rivelata dagli ultimi sondaggi politici. La Stampa di dx si affretta a trovare tutte le regioni per sostenere che questo non sia il principio di una parabola discendente rivelando così il consueto livello surreale di incoscienza politica.
Il nostro paese è notoriamente affetto dalla sindrome del tifo politico unitamente a quella del voto di protesta masochista e trucido servilismo. Questi tre elementi contribuiscono a creare scenari politici inverosimili in cui un partito si avvicina a soglie di consenso altissime per poi precipitare nel vuoto dell’indifferenza.
E già accaduto a Matteo Renzi che vide alle europee il Pd al 40% per poi ridurlo ai brandelli sanguinolenti delle elezioni 2018.
E accaduto a Matteo Salvini che dall’alto del 34% di consenso costruito su ridicole chiacchiere oggi si ritrova sotto il 10%.
E ‘accaduto al Movimento 5 Stelle che dal 34% del 2018, anche questo costruito con la pesca a strascico e l’entusiasmo dell’inconsapevolezza, è precipitato all’ 11% e solo grazie a Giuseppe Conte oggi si trova quasi al 18%.
Masse così consistenti di voti che si spostano dal Sx a Dx testimoniano quanto nell’elettorato Italiano manchi di un idea propria e abbia necessità di farsela inculcare. Da cui la tattica dello slogan fulminante di ovvietà sconcertanti a malapena sufficienti per un pubblico di bambini quali noi, poveri cittadini in balia dell’istinto primordiale di conservazione del microscopico giardinetto. Ma solo Dio sa quanto l’ignoranza condizioni le scelte elettorali coi risultati deflagranti degli ultimi 30 anni.
Giorgia Meloni ha politicamente mentito a tutti praticamente su tutto e questo, piaccia o meno, prima o poi ha un peso, inutile che i vari Sallusti cerchino di minimizzare.
A testimoniare la pochezza italiana ecco la sostanza politica che ha sancito il successo meloniano: clamorose uscite dall’euro oggi palesemente negate, nazionalismo da mercato ittico, sovranismo filoamericano ( insensatezza suprema), blocchi navali impossibili, 1000 euro con un click, ridicole teorie del gender, crociate contro inesistenti lobby gay, battaglie contro i sussidi ai deboli, assenza completa politiche sociali, bigottismo strumentale, discriminazione di interi gruppi sociali, marginalizzazione delle famiglie irregolari, razzismo contro immigranti pericolosi e destabilizzanti, accise che vanno e vengono, altalene sul Pos degli esercenti, Mes ieri no ma scusate ho cambiato idea, indifferenza totale sull’autonomia differenziata. Se Giuseppe Conte avesse fatto appena il 5 % di tutto questo, avremmo assistito alla sua impiccagione. Invece, nonostante tutto, con Meloni benevolenza a pioggia. E chissà come mai.
Ma oltre tutto questo c’è un sistema di planetoidi disturbanti che gravita intorno alla figura di una premier sostanzialmente debolissima e gonfiata a palla da media ridicoli. L’esempio Ultimo? La ministra delle pari opportunità Roccella secondo cui l’aborto “purtroppo è un diritto delle donne”.
Cioè pari opportunità si però scusatemi care donne, se dipendesse da me non potreste abortire. Se veniste violentate da qualche maschione deputato a sottomettervi mentre voi accudite secondo le regole della buona società, dovrete chiedere il permesso a un’apposita commissione, per liberarvi dell’embrione frutto della volontà di Dio.
E la Meloni che ha detto sulle dichiarazioni della Roccella? NULLA. Eppure secondo lei la Dx, ove l’aborto è sfortunatamente un diritto, valorizza le donne.
Questa è la Meloni cari signori, laminatela pure in oro a 24K su un baldacchino di promesse disattese, crollerà pezzo per pezzo tra le lacrime di fan presto parcheggiati altrove solo per dispetto.
Pora Giorgia, in bicicletta senza pedali, interprete stonata del volatile sentimento italiano, sull’orlo di un precipizio in cui s’è infilata per forza. Sarà un tonfo spettacolare come quello dei suoi predecessori ugualmente incapaci.
Daje Giorgia ci vediamo poi negli strati bassi dell’atmosfera.