DUE PAROLINE A DONZELLI

DI SALVATORE GRANATA

REDAZIONE

 

Di solito non do molta importanza a certi soggetti, ma siccome costui va in tv (dove purtroppo molte persone si fanno abbindolare dalle moine dei rampolli della premier), nel caso specifico stamattina dalla (compiacente) Merlino, a dire che “Fratelli d’Italia e il Governo Meloni non prendono lezioni da chi, quando era premier, ha scarcerato i mafiosi con la scusa del Covid”. Ed ha aggiunto pure che “Il Governo, fin dal primo atto sul carcere ostativo, ha reso la vita più dura ai mafiosi. Conte invece continua a raccontare falsità e a mettere in dubbio il mantenimento del 41 bis; mentre nessuno nella maggioranza ha mai ipotizzato di toccarlo”.
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Ecco, vorrei dire a Donzelli che il Movimento, non solo non dice falsità e ipocrisie sulla legalità, ma la persegue con fatti (Spazzacorrotti, abolita dalla meloni e dai compari Renzi e Calenda), esempi ed esperienze personali. E sulle candidature i criteri sono perfino trasparenti: nessun indagato, nessun evasore, nessun pregiudicato e nessun condannato (per associazione esterna mafiosa) o in primo grado per qualsiasi altro reato, può partecipare alla vita politica sotto l’egida del suo simbolo. Inoltre, sempre il Movimento, presenta, sia alla Camera che al Senato, due pilastri della lotta alla mafia come Federico Cafiero De Raho e Roberto Scarpinato.
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Pertanto, consiglierei a Donzelli di prendere molte più lezioni e anche qualche ripetizione e di non giocare raccontando barzellette sulla scarcerazione in piena emergenza pandemica (la decisone fu presa dai giudici di sorveglianza) o mettendo cappelli sopra la cattura di Matteo Messina Denaro.
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Se vuole un contraddittorio vero e un confronto in materia, da umile suddito a sua maestà, gli propongo una diretta. Nei salotti benestanti di Cairo è troppo facile.