QUELL’INALIENABILE DIRITTO ALLA STRAGE NEGLI USA

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Di questo passo, una strage come quella appena verificatasi in California non farà più notizia. Guerre a parte, il 35% delle stragi civili commesse nel mondo avviene proprio negli USA, dove vive il 4% della popolazione mondiale.

Del resto, perché meravigliarsi, dal momento che in quei 50 Stati federati circolano 395 milioni di armi da fuoco, a fronte di una popolazione di 330 milioni, bambini compresi.

E gli ultimi dati non preannunciano nulla di buono. Negli ultimi due anni i cittadini americani che hanno acquistato per la prima volta (si badi bene: per la prima volta) un’arma da fuoco, sono otto milioni. Un numero mai riscontrato prima. Non sono, quindi, i proverbiali appassionati, ossia quel 30% che mira all’arsenale, e che possiede più di cinque modelli.

Anche perché sono proprio quelle stragi ad alimentare il senso di insicurezza degli americani. Non appena uno scocomerato gioca al tiro a segno in una scuola, o in un centro commerciale, o in una discoteca, a Wall Street il valore delle azioni dei principali produttori di armi schizza verso l’alto.

E la National Rifle Association, la più potente organizzazione privata americana, nonché meretrice della lobby di armi, gongola. Con il suo budget annuale di 300 milioni di dollari, oltre a organizzare coast to coast corsi e convegni sull’uso e la sicurezza delle armi da fuoco e a fornire assistenza legale a coloro che aprono contenziosi con lo Stato di residenza, foraggia deputati e senatori perché nei loro programmi tessano le lodi del Secondo Emendamento.

Già, il Secondo Emendamento. Perché parte tutto da lì: «Essendo necessaria, per la sicurezza di uno Stato libero, una Milizia ben organizzata, non sarà violato il diritto del popolo di tenere e portare armi», scrissero.

Correva l’anno 1786 quando fu concepito il Secondo Emendamento. La «Milizia» aveva cacciato gli Inglesi e proclamato l’Indipendenza. Non vorremmo che a qualcuno venisse la malsana idea di invaderci, pensarono. Il Secondo Emendamento fu scritto proprio per questo.

Ma dopo un quarto di millennio, dire che quella norma possa armare ogni cittadino americano allo scopo di scongiurare un’invasione del territorio USA, apparirebbe, per evidenti motivi, una giustificazione a dir poco ridicola. Infatti, la Corte Suprema ha nel tempo interpretato il Secondo Emendamento non nel senso di riferirlo al diritto, collettivo, di una Milizia di organizzarsi e armarsi per tutelare l’integrità territoriale degli USA. Ma, con una evidente forzatura, per garantire a ciascun cittadino il diritto, individuale, di possedere e portare armi a tutela della propria incolumità.

E così, la Corte Suprema è intervenuta per dichiarare incostituzionale ogni legge statale che limita quel diritto. Proprio pochi mesi fa ha cancellato una legge dello Stato di New York che subordinava la concessione del porto d’armi alla dimostrazione di «necessità speciali». Lapidaria quanto furba la motivazione dei Supremi Giudici: «non è noto alcun diritto costituzionale esercitabile da un individuo solo dopo aver dimostrato alle autorità governative di avere necessità speciali». Una pietra tombale.

Benvenuti nell’America dalle mille contraddizioni, dove se la polizia ti ferma per strada con una pistola in tasca, ti lascia andare. Con una bottiglia di whisky, ti arresta.

Mentre il mondo è pieno di scocomerati. Ma con la non trascurabile differenza che se, ad esempio, uno scocomerato italiano decide di fare l’esagitato in pubblico, al massimo rompe una vetrina con una spranga, o demolisce i finestrini o gli specchietti retrovisori delle auto parcheggiate. Lo scocomerato targato USA, invece, fa una strage, proprio perché può procurarsi e usare un’arma da fuoco con la stessa facilità con cui lo scocomerato italiano può procurarsi e usare una spranga.