LEI SI CHIAMA G

DI MIMMO MIRARCHI

REDAZIONE

 

 

G&G

– Io mi chiamo G
– Io mi chiamo G
– No, non hai capito, sono io che mi chiamo G
– No, sei tu che non hai capito, mi chiamo G anch’io.

Era il testo che recitava Giorgio Gaber interpretando sia il bambino ricco che quello povero per evidenziare il contrasto sociale tra i due. Oggi, un altro personaggio, non del teatro ma della politica, ha assunto una doppia identità e, guarda caso, ha il medesimo nome, anche se al femminile. Parliamo di Giorgia Meloni quella del prima e il dopo elezioni del 25 settembre scorso, quella che prima stava all’opposizione e dopo al governo, quella che prima sbraitava o dopo si è data un tono sobrio, diciamo istituzionale. Il suo comportamento potrebbe essere catalogato in due tempi, avanti G. e dopo G.

a&dmeloni - Copia2

Sul fascismo
a. G.
Pur non essendosi mai dichiarata apertamente nostalgica del fascismo, ha sempre mantenuto una posizione di ambiguità allo scopo di non scontentare quelle frange di estrema destra potenziali elettori del suo partito e non perdere gli elettori nostalgici del fascismo. “E adesso per favore basta, basta con questa storia del fascismo e dell’antifascismo, pietà!”, ebbe a dire. Una sterilizzazione del fascismo attraverso l’antifascismo, ma senza rinnegarlo, tanto che non ha mai perso l’occasione di ribadire con orgoglio di essere madre, italiana e cristiana, un chiaro richiamo al «Dio, Patria e Famiglia», sacra Trinità cara al fascismo. E ancora, di Giorgio Almirante, disse: «Un grande politico, un patriota, un grande uomo che non dimenticheremo mai». Eppure il fondatore del MSI, che scelse la fiamma tricolore come logo del partito, quasi a dimostrare che il fascismo era ancora vivo, era stato collaborazionista del nazismo e un aperto difensore delle leggi razziali.
d. G.
«Mai provato simpatie per i regimi, fascismo compreso», ha detto nelle sue dichiarazioni programmatiche alla Camera dei deputati nella sua richiesta di voto di fiducia al governo da lei presieduto. «Libertà e democrazia sono gli elementi distintivi della civiltà europea contemporanea nei quali da sempre mi riconosco». Poi ha continuato: «Ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del ‘900 hanno dilaniato l’intera Europa, non solo l’Italia, per più di mezzo secolo, in una successione di orrori che ha investito gran parte degli Stati europei».
Però si rifiuta di togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia e favorisce l’elezione di Ignazio La Russa, dichiarato fascista, a presidente del Senato.

Sull’Europa
a. G.
Appena eletta presidente di Fratelli d’Italia, disse: «L’Italia deve uscire dall’Euro». Poi: «L’Europa è in mano a una banda di usurai. Non esiste una solidarietà europea, esistono solo gli egoismi nazionali», «Le istituzioni europee sono distanti anni luce dai problemi della gente. Vogliamo che le istituzioni europee vengano restituite alla gente e tolte dalla proprietà dei comitati d’affari», «Questa entità sovranazionale e non democratica [l’Unione Europea] ha imposto alle nazioni europee le scelte delle élite mondialiste e nichiliste volute dalla grande finanza: una immigrazione incontrollata per distruggere le identità europee». Posizioni che ha mantenuto fino a pochi masi fa.
d. G.
«Noi siamo eredi di San Benedetto, patrono dell’intera Europa… Intendo guidare un governo con una linea di politica estera chiara e inequivocabile. L’Italia è a pieno titolo, e a testa alta, parte dell’Europa e dell’Alleanza atlantica. Chi non fosse d’accordo con questo caposaldo non potrà far parte del governo, a costo di non fare il governo. L’Italia con noi al governo non sarà mai una nazione inaffidabile».

Sulla guerra Russia-Ucraina
a.G.
In passato aveva detto: «Le sanzioni alla Russia sono una cosa idiota per l’economia italiana ed europea». Poi, dopo l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina non aveva più fatto sentire la sua voce sulla questione, né contro né a favore di Putin.
d. G.
«Sbaglia chi crede che sia possibile barattare la libertà dell’Ucraina con la nostra libertà. Cedere al ricatto di Putin non risolverebbe il problema… L’Europa deve essere unita contro l’aggressione russa». Riferendosi alle sanzioni imposte alla Russia, ha aggiunto: «Sono dolorose per il nostro tessuto produttivo ma sono efficaci». E inoltre: «L’Italia sostiene con forza l’integrità territoriale, la sovranità, la libertà dell’Ucraina. La coesione politica dell’alleanza e il nostro impegno fermo a sostegno della causa ucraina sono dal nostro punto di vista la risposta migliore che gli alleati della Nato possano dare».

Sull’aborto
a. G.
Mai una parola in difesa del diritto delle donne di interrompere una gravidanza non voluto e tacito assenso a tutte le iniziative antiabortiste.
d. G.
«Non intendo abolire la Legge 194, non intendo modificare la Legge 194. La legge sull’aborto rimane esattamente com’è».

Sui vaccini
a. G.
Sosteneva che non era opportuno vaccinare i dodicenni, perché non c’erano evidenze scientifiche che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni. Come se quella decisione l’avesse presa qualcuno di passaggio e non la comunità scientifica. «Non vaccinerò mia figlia perché sulla vaccinazione anti covid non è d’accordo tutta la scienza», disse in tv. A lei faceva eco Francesco Lollobrigida, allora capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia e oggi ministro del suo governo: «Non consiglierei a nessuno sotto i 40 anni di fare il vaccino», affermava mai smentito da sua cognata Meloni Giorgia. Eppure La Società italiana di Pediatria raccomandava la vaccinazione Covid-19 per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni. Inoltre, salvo rarissimi casi, l’intera comunità scientifica riteneva che vaccinare i bambini dai 5 anni in su era opportuno e necessario per proteggerli dai rischi del long-covid.
d. G.
“Lasciamo stabilire a chi ha competenze quali siano i vaccini necessari e obbligatori”.

Sul governo
a. G.
Dall’opposizione pretendeva tutto e subito dal governo di turno e a Draghi rimproverava tutto, dalla campagna vaccinale al PNRR, all’accoglienza dei migranti.
d. G.
Da premier pretende tempo cinque anni per realizzare quanto ha promesso in campagna elettorale e sulle scelte economiche si è posta sulla scia della politica del governo Draghi e insieme a Salvini accoglie i migranti senza alzare la voce.

“Come si cambia per non morire”, cantava Fiorella Mannoia
Come si cambia per vivere da premier, dico io.

meloni5

 

Articolo di Mimmo Mirarchi da

18 Gennaio 2023