LA MALAFEDE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Di tutto lo squallore umano ciò che più mi ripugna è la malafede, ovvero la meditata decisione di mentire nelle parole e negli atteggiamenti con lo scopo di nascondere le proprie intenzioni malvagie riparandosi dietro una correttezza puramente formale.
Da una persona in malafede ci si deve aspettare di tutto, la pongo sul gradino più basso perché per praticare con successo la malafede occorre essere intrisi di vigliaccheria e di falsità, occorre non avere rispetto di nulla a cominciare da se stessi.
Se non si fosse voluto gravare una città della Sicilia proprio di questi 37 naufraghi della Ocean Viking o dei 73 della Geo Barents e non delle migliaia che lì approdano con mezzi propri o con navi della Marina Militare si sarebbe potuto fare come per tutti gli altri: si fanno sbarcare, si prestano cure mediche urgenti, li si identifica e nel giro di 24 ore li si smista sotto scorta verso i centri di accoglienza di tutta la penisola a bordo di autobus e treni.
Niente onde di 6 metri, niente vento a 70 chilometri orari, niente ritardi di giorni nella prima assistenza da fornire non solo agli immaginari “ragazzoni palestrati” ma anche a donne vere e soprattutto a bambini veri.
Anche il peggior criminale nella mia scala di valori sta un gradino più in alto non fosse altro che per quella virgola di coraggio necessaria per esporre apertamente le proprie idee ed intenzioni, non importa quanto turpi e disoneste esse siano.