IL CAFFE’ TURCO

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Ad ascoltare le parole di Elly Schlein e di Majorino e con un pizzico di cautela in più anche quelle di Bonaccini e di D’Amato sembrerebbe che il processo di decantazione all’interno del PD si sia finalmente avviato.
Perché la decantazione possa avvenire occorre che il liquido da depurare rimanga assolutamente immobile affinché le parti solide e non solubili in sospensione vadano a fondo grazie alla forza di gravità, chi ha bevuto un caffè turco sa bene di che parlo.
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Che il PD sia rimasto immobile lo abbiamo visto tutti e sul fondo sono finiti Renzi, Gentiloni, Minniti, Calenda, Letta, Giani, Nardella, Zingaretti, Gualtieri e altri personaggi tanto minori quanto improponibili in un’area autenticamente progressista, chi per le evidenti posizioni liberiste e chi per manifesta incapacità politica e amministrativa.
La decantazione si concluderà ragionevolmente con l’elezione del nuovo segretario e con i risultati delle regionali, immediatamente dopo vedremo se la disgustosa poltiglia si sarà trasformata in una bevanda da maneggiare con attenzione ma finalmente potabile.
Lo stesso processo è già avvenuto nel Movimento 5 Stelle e se per un attimo smetto di sognare scioperi, barricate e insurrezioni mi rendo conto che l’unione di questi due partiti è tutto ciò che abbiamo di concreto per opporci alla tragicommedia meloniana.
C’è poco da stare allegri ma si tratta di scegliere tra un caffè turco e nessun caffè… Ogni scelta è legittima, l’unica cosa che se ci consideriamo di sinistra non possiamo fare è quella di lasciare la tavola alla devastazione delle pantegane.