TUNISIA : ELEZIONI POLITICHE

DI CLAUDIO KHALED SER

CLAUDIO KHALED SER

 

In un clima di grande incertezza ma di sostanziale disinteresse, la Tunisia si prepara domani a recarsi alle urne per eleggere il nuovo Parlamento.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone e persone in piedi

La riforma politica voluta ed attuata dal Presidente che ha cambiato la Costituzione, riscritte le Leggi e modificato l’iter elettorale, ha messo all’angolo tutti i partiti tradizionali, dall’islamico Ennadha ai nostalgici del defunto dittatore Ben Ali, Nuovo Destour.
Il Popolo tunisino, alle prese con una crisi economica senza precedenti, la mancanza di beni di prima necessità ed una inflazione “giornaliera” che corrode il potere d’acquisto, guarda con rassegnazione agli sviluppi politici odierni e con totale sfiducia verso ogni formazione politica.
Nasce da qui, l’astensione alle urne che renderà ancora più fragile e drammatico il futuro del Paese.
Nel frattempo il Fondo Monetario Internazionale ha “congelato sine die” l’ulteriore prestito chiesto dalla Tunisia di circa DUE MILIARDI di Euro.
Senza questi soldi, sia ben chiaro a tutti che la Tunisia rischia il default economico con conseguenze sociali gravissime.
Il dossier tunisino riguarda a ben vedere anche l’Italia per almeno due motivi: i flussi migratori e l’approvvigionamento energetico.
Gli arrivi dei migranti potrebbero moltiplicarsi drammaticamente con l’aggravarsi della situazione socio-economica, raggiungendo i picchi del 2014 (170 mila sbarchi totali via mare) e del 2016 (180 mila arrivi via mare).
Non solo. Il gasdotto Transmed, conosciuto anche come gasdotto Enrico Mattei, porta in Italia il gas algerino passando proprio per la Tunisia.
E l’Algeria è oggi il primo fornitore di gas dell’Italia.
Non sono chiare le posizioni del Presidente che, davanti ad una simile situazione, si limita ad accusare alcuni e non identificati “paesi stranieri” di voler boicottare la “rinascita democratica” della Tunisia, senza elaborare nessun piano economico-strategico, per far fronte ad un disastro ampiamente previsto.
In pratica, queste elezioni generali, NON serviranno a niente se non a consolidare il presunto potere del Presidente che di fatto ha investito su se stesso TUTTI i poteri, cancellando ogni dialogo democratico sia con i Partiti che con il sindacato UGTT, unica ed inascoltata voce dei lavoratori tunisini.
Lunedi ne sapremo di più, ma NON saranno comunque buone notizie.