IL “PARADISO” DELLA CORRUZIONE

DI ENZO PALIOTTI

 

Una questione che si chiama corruzione.

Purtroppo, ancora notizie di corruzione, di soldi nascosti, di azioni illecite approfittando della propria posizione di privilegio, dimenticando di rappresentare una parte di popolo che si distacca sempre di più da loro, da chi cioè inviato a rappresentarla si distingue nel solo obiettivo che certi politici si sono posti: il loro esclusivo interesse.

Foto dal Corriere della Sera

Fa male tutto questo, e non può essere visto come un fatto individuale perché con la carica che si riveste si rappresenta il paese e, nella fattispecie, porta il resto del mondo ad individuare quel paese con una netta e chiara caratteristica: “la facilità alla corruzione a tutti i livelli”. Questo perché se il livello più alto della società è (dovrebbe essere) nella classe dirigente è facile chiedersi in basso cosa ci possa essere, dandosi poi una risposta che ci condanna alla credibilità zero: “il comportamento di chi rappresenta un paese, dentro e fuori dei suoi confini, non è altri che un amplificatore dei costumi del paese rappresentato”. Cosa che è profondamente ingiusta perché esistono milioni di cittadini che si ammazzano di lavoro per mantenersi onesti e degni di essere considerati cittadini.

Cittadini quindi traditi ogni volta che un “colletto bianco” commette un reato perché trascina con sé il suo elettorato che, una volta accertato il malfatto, verrà coinvolto e addirittura catalogato nel novero di chi si macchia di quel reato.

Preso atto poi delle misure che intende prendere il Ministero di Grazie e Giustizia per “affrontare” questo cancro della società, non c’è da stare allegri e il timore che il nostro Paese, un tempo individuato come il “Bel Paese” possa diventare il “Paradiso della Corruzione”, è purtroppo più che reale.