L’ODIO E’ PER CONTE. E PER I POVERI

DI PAOLO DI MIZIO

 

Conte Fomenta “Melony” odia, da La Notizia, diretto da Gaetano Pedullà.

Paolo Di Mizio risponde.

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Caro Di Mizio,
Adesso attaccano Conte dicendo che diffonde l’odio sociale sfruttando il malcontento per l’abolizione del Reddito di cittadinanza. La destra non si vergogna di picchiare sui poveri e diffamare l’unico che li difende?
Ada Gagliardi
Gentile lettrice,
è la solita storia: Conte è colpevole di tutto. Presto leggeremo che a lui si deve l’estinzione dei dinosauri. Nel frattempo abbiamo visto il quotidiano Libero titolare: “Conte è pericoloso. Da mesi gira per le piazze a fomentare la rabbia sociale”.
Gira per le piazze? Mi pare di aver già letto quella frase quando Salvini, invece di fare il ministro (in un anno e mezzo andò in ufficio solo 11 giorni), girava l’Italia fomentando, lui sì, l’odio per i diversi, gli immigrati, gli africani. Ma per Libero Salvini era il salvatore.
Oggi accade che la “Melony” sfoderi un astio ideologico contro i più poveri, ma per la cricca è Conte che sparge odio. La realtà è sotto gli occhi di tutti: “Il disagio è reale, non lo sto creando io” dice Conte. Detta altrimenti, Conte fa politica, “Melony” fa macelleria sociale. E se i macellandi si ribellano, sono “fomentati”.
Questo accanimento della “Melony” contro i poveri si spiega. La premier, che si diceva sovranista (“gli italiani prima di tutto”), ora, per una paradossale nemesi sociologica, è diventata “americanista”: non solo prona agli Usa ma anche meschina epigona di quella loro subcultura per la quale la ricchezza è l’unico valore e l’uomo si misura dai suoi dollari.
Le democrazie si fondano sul motto della Rivoluzione francese: “Libertè, Égalitè, Fraternitè”, ma in americano devono aver tradotto male e così è diventato: “Viva i ricchi, abbasso i poveri, olè”.