LETTERA DEL MINISTRO VALDITARA: PROVE TECNICHE DI SOVVERSIONE

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Se per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha pensato bene di inviare una sorta di circolare a tutti gli insegnanti perché leggessero agli studenti la sua letterina impregnata di viscerale anti-comunismo, allora prepariamoci all’inserimento, nei libri di Storia di ogni ordine e grado, di appositi capitoli sui comunisti che mangiano i bambini.

La lettera del ministro Valditara è un attacco al principio dell’autonomia scolastica. Già lo fu l’emanazione della L. 15 aprile 2005 n. 61, che nel dichiarare il 9 novembre «Giorno della Libertà», stabilì che nelle scuole vanno organizzate «cerimonie commemorative ufficiali e momenti di approfondimento nelle scuole che illustrino il valore della democrazia e della libertà evidenziando obiettivamente gli effetti nefasti dei totalitarismi passati e presenti».

Il principio dell’autonomia scolastica vuole che lo Stato si occupi, in tema di istruzione, soltanto delle «norme generali». Iniziative simili a quelle che la Legge del 2005 impone alle scuole di ogni ordine e grado rientrano nella competenza esclusiva del Collegio dei Docenti, che redige il c.d. POF (Piano dell’Offerta Formativa), da approvarsi da parte del Consiglio di Istituto, che è una sorta di carta di identità della scuola. Un documento con cui ogni istituto, previo confronto con le famiglie, presenta le proprie scelte organizzative, gestionali e pedagogiche.

Non vi è dubbio che imporre dall’alto eventi e cerimonie per sensibilizzare gli alunni al problema del comunismo storico ha un sapore autoritario, avendo lo Stato, attraverso le riforme succedutesi nell’ultimo quarto di secolo, rinunciato alle proprie competenze in favore di quella piena autonomia scolastica che la Costituzione già prevede agli articoli 33 e 117.

Ma la lettera del ministro Valditara è una vera e propria esagerazione. L’ordine rivolto ad ogni insegnante di rivelare ai propri alunni il contenuto di quella lettera fa a pugni anche con il principio dello Stato di Diritto. Un conto, infatti, è organizzare cerimonie commemorative e dibattiti in classe secondo quanto previsto da una legge votata dal Parlamento, ben altro è diramare una circolare che contiene un testo redatto dal ministro o da suoi collaboratori dove si attacca la Cina e si imputa alla Federazione Russa l’incosciente volontà di restaurare l’Unione Sovietica. Il tutto in assenza di una norma di legge, tanto meno di una prassi che lo preveda.