«LA RUSSIA SE NECESSARIO VA DISTRUTTA»

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

Quanto accaduto sabato sul palco allestito dal cosiddetto Terzo Polo davanti all’Arco della Pace di Milano, è inaccettabile. In nome di una Pace che Calenda ama colorare in maniera singolare considerando la resa dell’Ucraina una bestemmia, un giovane esagitato, prendendo la parola, ha dichiarato che la Russia, se necessario, va distrutta.
Dalla platea non sembra essere giunto un fragoroso applauso, segno che persino tra chi segue uno come Calenda, qualcuno di recuperabile forse c’è. Ma si sarà reso conto, quello sciagurato, della frase che ha pronunciato? Forse no, però l’ha pronunciata, per giunta nel corso di una manifestazione per la Pace.
Per distruggere la Russia sarebbe necessaria una guerra nucleare. Su questo non possono esserci dubbi. Putin ha più volte dichiarato che le armi nucleari per primo le userebbe, ma soltanto quelle tattiche e soltanto se costretto. Verrebbe da dire: sempre più moderato degli USA, che hanno appena incluso la possibilità di estendere ad un conflitto nucleare il concetto di guerra preventiva, che ormai hanno nel sangue.
Ma se la Russia è disposta ad usare le armi nucleari soltanto come extrema ratio, e soltanto in un territorio circoscritto come l’Ucraina, come la si potrebbe distruggere, se non con un attacco nucleare proditorio? Se la logica non bacia mai lo scemo di guerra in tempo di pace, è proprio quello che l’improvvisato saltimbanco di Milano ha voluto dire, segno che in Italia piccoli Zelensky crescono.
E non è che la locuzione «se necessario» possa avere una qualche funzione edulcorante, anche ad essere sventurati cari di questa vergogna deambulante. La distruzione della Russia non può essere necessaria, ma soltanto voluta. E soltanto sposando la dottrina USA della guerra preventiva. Perché se davvero si vuole distruggere una potenza nucleare, allora bisogna giocare sul tempo, concentrando tutto in un’unica decisione e scordandosi la parola ultimatum, altrimenti scatterebbe la rappresaglia che annienterebbe anche il genio frainteso di Milano.
La frase di questo povero scocomerato, auspicando la cancellazione di un popolo, non è una libera manifestazione del pensiero, ma un’istigazione all’odio. Materia da Legge Mancino, che punisce «chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico». Insomma, roba da Procura della Repubblica di Milano.
Tanto è stato detto di quei pazzi in giro per il mondo, con basi e protezioni in Medio Oriente, che da decenni vanno farneticando sulla distruzione degli USA, il cosiddetto Impero del Male. Ora i pazzi ce li abbiamo noi in casa, e nemmeno si nascondono, né si vergognano.