POTEVAMO NEGOZIARE?

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

 

Potevamo negoziare, ma abbiamo scelto di non farlo e di entrare di fatto in guerra con la Russia, sia economicamente che nei fatti, le nostre armi uccidono russi ma anche ucraini, i proiettili non controllano i passaporti.
Poi abbiamo condannato i russi che sparano solo su scuole, ospedali, case civili, centri commerciali e centrali nucleari ed applaudito gli ucraini che uccidono chirurgicamente solo i cattivi soldati russi.
Infine ci siamo indignati per le torture dei russi sulla popolazione inerme sapendo che a loro piace passare il tempo così quando non possono andare al cinema, mentre gli ucraini si sa mettono i soldati catturati in prigioni che sembrano resort di lusso con un solo limite, l’idromassaggio una sola volta al giorno sennò è troppo.
Ovviamente ogni volta che i russi venivano uccisi o avevano anche solo un problema eravamo contenti, mentre quando lo avevano gli ucraini mandavamo aiuti, anche se loro in effetti ci chiedevano solo armi, si sa, il popolo non mangia quando è in guerra perché è troppo occupato a sparare.
Poi, piano piano ci hanno abituati al fatto che i russi, pur volendo conquistare il mondo intero (e forse segretamente anche un pezzo di luna) non avanzavamo facilmente, a causa dell’eroica resistenza ucraina, il fatto che non distruggessero infrastrutture e comunicazioni era dovuto solo a scarsa mira e conoscenza dei luoghi.
Poi è saltato il Nord Stream ed è subito emerso che erano stati loro a sabotarsi da soli, già, i russi sono così, pazzerelli, solo che dopo questa cosa l’America ci ha avvertito che ora con questa scusa da loro stessi generata (gli americani sanno bene come produrre prove false per avere sempre ragione) ora sarebbero passati al nucleare. I russi smentivano, ma l’intelligence americana, l’unica degna di fiducia perché sa scoprire armi chimiche anche dove non ce ne sono, ci ha ripetuto che i russi sono pazzi e che se avessero usato l’atomica, loro, che sono savi e difendono il mondo, avrebbero risposto con l’atomica, anche se ne avevano di meno e meno efficaci.
Così per un bel mesetto è più non si è parlato d’altro che di apocalisse, mentre i russi, furbissimi, stavano ordendo un piano segreto per far saltare anche il ponte che li collega alla Crimea…
Almeno questo è quello che ci hanno subito detto i soliti bene informati che però stavolta sono stati smentiti dall’Ucraina che rivendicava il gesto sostenendo che “questo è solo l’inizio”, facendo così presagire una rimonta formidabile sui deboli e stupidi russi.
Qui finisce l’ironia, perché è a questo punto che i russi si sono incazzati per davvero ed adesso hanno iniziato a fare sul serio e bombardano Kiev, così, finalmente, dopo sette mesi di “operazione speciale” per la quale tutti gridavano che i russi volevano conquistare il mondo escono dagli schemi dandogli almeno in parte ragione, magari non bombarderanno tutto il mondo, ma almeno con Kiev se la stanno già prendendo.
E Zelensky che fa?
Da bravo attore produce immediatamente un bel video con le solite lamentele cui ci ha abituato, gli allarmi globali planetari e la notizia che i russi taglieranno i viveri all’Ucraina e questa volta pare essere vero, in fondo (loro) sono un tantino nervosi, adesso.
Fin qui tutto normale?
No. La cosa forse più curiosa è che il video è solo un fotomontaggio per far vedere di essere a Kiev, ma lui chissà dov’è, in tutti questi mesi non si è quasi mai visto fuori dal bunker, che già potrebbe essere ovunque ed, anzi, probabilmente è ovunque, infatti qualcuno, ovviamente in malafede, sostiene da tempo che si trova in un’altra nazione o addirittura in Svizzera, tanto i voli militari che in questi mesi sono migliaia al giorno, scorrazzano ovunque e non devono dichiarare cosa o chi trasportano… e poi la NATO è padrona a casa nostra ed è coperta da segreto internazionale.
Quindi, ora che Kiev è bombardata per davvero, si scopre che il prode Zelensky è costretto a fare un video con fotomontaggio fingendo di essere in città, ma in fondo molti diranno che è giusto che il comandante supremo delle forze armate eletto dal popolo ad unico duce e portavoce (in Ucraina i generali pare non contino molto) se ne stia al riparo mentre la popolazione resta sotto le bombe, altrimenti chi potrebbe continuare a provocare i Russi?
Avanti così, dunque, ora, però, tocca decidere per davvero se entrare in guerra con tutti i nostri eserciti contro la Russia, che a furia di provocazioni reagisce male e pare non sia ancora stata battuta nonostante i continui annunci, o cercare di capire se una fetta di terra di confine può ancora essere neutrale e chiudere una partita che non doveva nemmeno cominciare.
Già, perché c’e un invasore, questo è certo, ma c’è anche un provocatore, ormai è chiaro, e, come dice Crozza, un invasato, pare lampante, ma il sospetto è che ci siano anche tanti @#€#@-“& al potere, dato che da sette mesi nessuno di loro ha pensato che forse valeva la pena di discutere con una potenza che ha risorse naturali da cui dipendiamo, potere economico intaccabile, lo abbiamo visto e, non ultimo, qualche bombetta nucleare in più e più veloce che avrebbe fatto consigliare prudenza.
Nel frattempo le migliaia di morti in più non potranno votare al prossimo referendum, se ci sarà, e sarà colpa anche nostra.