GIÙ LA MASCHERA, LA LEGA ATTACCA IL SUD E IL MEZZOGIORNO DEVE REAGIRE

DI RAFFAELE VESCERA

 

Da Recovery Sud- Rete dei Sindaci Meridionali

Niente più “partito nazionale”, niente più ipocrisie nei confronti del Mezzogiorno: la Lega, dopo il deludente risultato del 25 settembre, cala la maschera e ritorna a rivelarsi per quello che è sempre stato: una forza politica razzista e nemica dei Meridionali.
Ed ecco dunque che, per recuperare consensi, parte l’offensiva contro il Sud, ribaltando la realtà, cancellando ogni dato sul divario tra le due Italie.
La realtà, che nessuno è mai stato in grado di smentire, è che alle regioni meridionali sarebbe dovuto andare il 68% delle risorse del PNRR, calcolando il tasso di disoccupazione e il PIL pro capite, due dei tre criteri, oltre alla popolazione, che hanno consentito all’Italia di ottenere la quota più ingente del Recovery Fund.
Un governo composto in gran parte da ministri settentrionali ha invece stabilito che al Sud fosse destinato il 40% dei finanziamenti. Ma ora che la Lega può alzare ancora di più la voce, ricattando la presidente del Consiglio in pectore Giorgia Meloni, ecco che parte l’assalto: ridurre ulteriormente la quota destinata ai Comuni e alle Regioni del Sud accusate di “incapacità di spesa” per dirottarla al Veneto, alla Lombardia, e agli altri enti locali “virtuosi”.
Niente di nuovo.
A proporlo per primo, del resto, è stato un sindaco di centrosinistra, il milanese Giuseppe Sala. Sapendo dunque di poter contare anche sull’acquiescenza di una parte importante dell’opinione pubblica “liberal” settentrionale, il Carroccio riprende la sua storica battaglia, invocando più fondi per le sue regioni e rivendicando l’autonomia differenziata.
Come siano stati ridotti i municipi negli ultimi anni, proprio a causa delle politiche federaliste, lo ha dimostrato l’ultima puntata di Presa Diretta (https://www.raiplay.it/…/PNRR-Lavori-in-corsa—Presa… ). Significativa l’intervista del sindaco di Rocca di Neto Alfonso Dattolo, della Rete Recovery Sud, e di altri primi cittadini meridionali che hanno svelato l’amara realtà che si cela dietro quella che è stata spacciata per “pioggia di soldi al Meridione”: una distribuzione che anziché tener conto dei fabbisogni e delle esigenze dei territori, li ha messi in competizione tra loro, scatenando una guerra tra poveri, nella quale a rimetterci saranno lo sviluppo e i diritti dei cittadini della parte più svantaggiata della Nazione.
È questo smantellamento delle pubbliche amministrazioni meridionali la causa principale delle difficoltà di intercettazione e spesa dei fondi europei. Ma questo, naturalmente, la Lega non lo dirà mai.