TORNA IN FRANCIA, CARO LETTA, TORNA IN FRANCIA

DI GIANCARLO SELMI

 

Lo hanno richiamato dalla Francia. Faceva altre cose. Se n’era andato subito dopo che il foruncolo lo avesse mandato a dormire “serenamente” da Presidente del Consiglio, per poi farlo risvegliare con una crisi di governo in corso. Fratelli coltelli. Chi è meglio di chi? Due facce della stessa medaglia. La medaglia di un partito che si è preoccupato solo di occupare qualunque posto di potere esistente, di facilitare la vita alla grande borghesia economico – finanziaria, di massacrare lavoratori ed una consistente parte di classe media.

Si prende la parte del più debole, è spontaneo, e qualcuno disse: poverino. Poverino un paio di palle. Uno squalo esattamente come l’altro. Una lotta fra squali, la catena alimentare dentro al PD si ferma, si giunge al top, la lotta è fra carnivori massimi. La delusione lo spinse ad andarsene, non prima di mettere a posto una “strana” vicenda che lo vedeva legato ad una “strana” fondazione. I membri del PD, quelli importanti, a quei tempi, avevano tutti fondazioni, più o meno strane.

È nipote di uno zio, non va dimenticato, è pronipote di un gerarca fascista al quale, nel paese natio ha addirittura fatto dedicare una statua. Ha rapporti con il grande vecchio Verdini, si mormora dell’esistenza di presunte relazioni con vertici della massoneria italiana. Voci, ovviamente, chissà. Sarà meglio di quello che lo invitò a “stare sereno”? Mah…
Lo fanno ritornare per prendere il posto di Zingaretti, vittima di una congiura ordita dai soliti noti, quelli che nel PD hanno il potere, quello vero. Zingaretti si è avvicinato troppo a Giuseppe Conte, ha difeso allo stremo quella esperienza di governo. Troppo a sinistra, non s’ha da fare.

E lui arriva da salvatore della patria, diventa il più tenace pasdaran del sopravvalutato Lucertolone, ne avalla tutte le scelte e le misure in funzione anti Movimento. Si capisce che l’obiettivo è Conte. L’unico che tarda a capirlo è Conte. Perché Conte, per quella gente lì, incluso lui ovviamente, è pericoloso. Anzi è il padre del pericolo. E quando Conte non avalla la scelta di un dito indirizzato dritto dritto nel suo fondoschiena, gli scatena la guerra. Sceglie di correre da solo alle elezioni, consegna il Paese alle destre, si suicida politicamente. Perché Conte ha fatto cadere Draghi, dice, però si allea con Fratoianni che Draghi non lo ha mai sostenuto. Oggi dà la colpa a Conte delle sue scelte scellerate. Perché se si vuole fare somigliare la faccia al sedere, meglio farlo bene. Il dubbio che lo abbia fatto apposta, ce l’ho. E se il suo progetto fosse stato dall’inizio esattamente questo? Fare vincere gli altri?

Torna in Francia, caro. Torna in Francia. E già che ci sei, porta con te la Serracchiani, Marcucci, Guerini e tutto il corpo dirigente di quel partitaccio che dirigi. Nessuno vi rimpiangerà, puoi starne certo.
Ha lavorato attivamente al “movimenticidio”, ha ottenuto il “letticidio”.