L’ASSASSINO NON E’ IL MAGGIORDOMO

DI MARIO PIAZZA

 

Chi ha ucciso il governo Draghi? Non passa giorno senza che il politico, il giornalista o l’opinionista di turno non accusino dell’omicidio Giuseppe Conte, eppure il libro giallo meno complicato della storia è lì a disposizione di chiunque voglia leggerlo.

Esaminiamo il “cadavere”. Nel suo anno e mezzo di vita quello che sarebbe dovuto essere un governo ecumenico messo lì in attesa della fine naturale della legislatura per fare poche cose urgenti e importanti ha di fatto tirato dritto per la sua strada, una strada che coincideva perfettamente con le istanze della sua parte centrista dal PD a Forza Italia, che occasionalmente contrariava l’estrema destra di una Lega disposta a tutto per continuare indisturbata nei suoi traffici e che ignorava totalmente la sua componente parlamentare più numerosa, quella del Movimento 5 Stelle. Qualcuno nega quest’ultima affermazione ricordando che Draghi ha rifinanziato il Reddito di Cittadinanza, quasi che fosse ipotizzabile non farlo gettando sul lastrico un milione di famiglie da un momento all’altro.

Il capo del negletto Movimento era ed è Conte, non quel Di Maio “appecorato” a chiunque potesse tornargli utile. Conte aveva il movente per l’omicidio ma nella realtà dei fatti si è limitato a minacciare la vittima e non per l’inceneritore di Roma o altre sciocchezze di poco conto come hanno cercato di farci credere. La frattura, per nulla insanabile ma che rese indispensabile l’astensione del 20 luglio scorso sulla fiducia per dare concretezza alla inascoltata minaccia, è stata la insopportabile arroganza con cui Draghi ha lanciato il paese sulla prima linea della guerra in Ucraina non con la dovuta solidarietà a un paese invaso ma con la fornitura di armi, mostrando a tutti non solo quanto il preteso ecumenismo fosse una baggianata di facciata ma anche come in presenza di ordini superiori non fosse affatto un problema archiviare almeno temporaneamente la Costituzione.

E’ in nome di quel fittizio ecumenismo che Draghi si è suicidato, unico premier della repubblica a dimettersi in possesso di una ancora cospicua maggioranza, istigato dagli applausi della destra ben felice di andare ad elezioni anticipate con il vento in poppa.

La storia è questa scritta nero su bianco, il sequel lo leggeremo il 25 settembre.