BIDEN: “DEMOCRAZIA SOTTO ATTACCO”, DA’ DEL FASCISTA A TRUMP MA DEVE CHIUDERE IL “MINISTERO DELLA VERITA'”

DI PIERO ORTECA

 

 

Il presidente degli Stati Uniti parla alla nazione. «Eguaglianza e democrazia sono sotto attacco in questo momento. Donald Trump e i repubblicani del Maga (Make America great again, ndr) sono una minaccia per il nostro Paese». Non si è scusato per aver definito ‘fascisti’ i trumpiani, ma ha rincarato le accuse incolpando di nuovo i Repubblicani di rappresentare una “minaccia per le fondamenta della Repubblica”.
Nel frattempo la sua amministrazione chiude definitivamente l’infelice progetto “Disinformation governance board”, una speciale commissione, incaricata “di combattere la disinformazione on-line”.

Elezioni di Medio Termine

Il presidente è entrato nella campagna elettorale che porterà alle elezioni di Midterm, l’8 novembre, per il rinnovo del Congresso, e lo ha fatto in un raro discorso in prima serata televisiva, accusando gli avversari di seguire con “cieca obbedienza” Donald Trump, di “non riconoscere la volontà del popolo” e, in definitiva, di rappresentare una “minaccia per la democrazia”.

Il “semifascismo” di Trump

Dopo aver chiamato una settimana fa “semi-fascismo” il movimento che fa capo a Trump, Biden ha usato toni più sobri ma ribadendo il messaggio centrale: lui rappresenta la “barriera” tra la Democrazia e le “forze anti-democratiche” e Trump ha cambiato lo spirito dei Repubblicani. «Donald Trump e i repubblicani di Maga rappresentano un estremismo che minaccia le fondamenta della nostra repubblica».

Poi ha detto che il Partito repubblicano è stato parzialmente “dominato, guidato e intimidito” da Trump e dai suoi accoliti.

Qualche pulizia in casa

Doveva essere la “Disinformation governance board” (DGB), in pratica una speciale commissione incaricata di “combattere la disinformazione on-line”. Una speciale commissione studiata dalla Homeland security, il ministero degli interni, per proteggere la sicurezza nazionale Usa contro “la disinformazione dell’avversario”, cioè Russia e Cina. Per l’Amerca liberal e avversari politici fu subito il “Ministero per la verità” del Grande Fratello. Un inciampo politico che alla fine ha costretto il suo creatore, il Segretario alla Homeland security Alejandro Mayorkas, a inventarsi “un gruppo di consulenza”, che gli ha detto di chiudere tutto.

Mal pensata e peggio disposta

La direttiva di Mayorkas lasciava la porta aperta a molte ambigue interpretazioni: si parlava di immigrazione clandestina, di malavita e anche, mantra che rimbomba ormai tradizionalmente, del pericolo di veicolare “la disinformazione dell’avversario”, cioè Russia e anche Cina. Insomma, di tutto un po’. Dire male dell’economia Usa, della politica estera di Biden e di alcune sue discutibili scelte strategiche, ti poteva mettere nella condizione di essere accusato “di intelligenza col nemico”. E di vederti applicare sanzioni che potevano arrivare fino alla chiusura del tuo account sui “social.

Più Corea di Kim che Stati Uniti

Insomma, più Corea del Nord che Stati Uniti. La Commissione era guidata da un’integralista dallo spirito talebano, Nina Jankowicz, nota per il suo radicalismo in mezza America, che è stata fatta dimettere di gran corsa dopo qualche settimana, grazie a una vera e propria rivolta dei repubblicani. Gli esponenti del GoP l’hanno accusata di essere di parte, avendo difeso pubblicamente Hunter Biden (il figlio del Presidente) indagato per vicende commerciali che riguardano anche Ucraina, Russia e Cina. Tra l’altro, la signora realizzava video in cui, impersonando Mary Poppins, cantava le lodi della lotta feroce alla disinformazione. Cioè, a chi non la pensava come lei. E infatti, c’è stata una levata di scudi generale.

Tra dissenso a disinformazione

Maiorkas è comparso davanti alle speciali commissioni del Congresso, per cercare di spiegare i motivi del provvedimento. Ha cercato di difendersi, dicendo che il progetto aveva buone intenzioni, ma forse è stato lanciato con troppa fretta ed è stato spiegato male. D’altro canto, il problema della “disinformazione” esiste ed era già stato affrontato anche da Trump, ma per l’America il rispetto del Primo emendamento e la libertà di stampa vengono prima.

American civil liberties union

L’American civil liberties union recentemente aveva espresso tutta la sua preoccupazione per l’istituzione e i compiti “poco chiari” del DGB. Jeff Kosseff, docente di Diritto della sicurezza informatica allo US Naval College, intervistato dal Wall Street Journal, dedica l’epitaffio finale al Ministero per la verità di Biden: “Qualunque fossero le intenzioni, l’annuncio, il nome e il lancio di questa commissione, l’hanno destinata al fallimento, fin dall’inizio”

Articolo di Piero Orteca, dalla Redazione di:

2 Settembre 2022

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PIERO ORTECA

Piero Orteca, giornalista, analista e studioso di politica estera, già visiting researcher dell’Università di Varsavia, borsista al St. Antony’s College di Oxford, ricercatore all’università di Maribor, Slovenia. Notista della Gazzetta del Sud responsabile di Osservatorio Internazionale.