“UNA DE NOI”

DI MARIO PIAZZA

 

Non mi importa dei sondaggi che la danno vincente e di quante dozzine di giornalisti ed esperti si affannino a tirare sperticatamente la volata a Giorgia Meloni, io non ci credo e non ci crederò fino a quando non vedrò i dati reali il giorno dopo le elezioni.

Se dovesse realmente accadere dovremmo rivedere tutte le teorie sociologiche e antropologiche che attribuiscono all’animale uomo una intelligenza collettiva superiore alla somma di quelle individuali, potremmo cancellare gli studi darwiniani sull’evoluzione della specie, dovremmo ripensare il concetto stesso di democrazia quale espressione della volontà della maggioranza.

Io non ci credo che un quarto dei miei connazionali sarebbero disposti ad affidare il paese a un personaggio come Giorgia Meloni, e non perché da essa si diffondano i miasmi del fascismo come capita con le ascelle sudate malamente coperte da deodoranti da due euro al litro.

Non penso neppure che le sue intemperanze verbali e gestuali meritevoli delle attenzioni di un esorcista possano spaventare chiunque abbia superato la soglia dei dodici anni. Neppure il fatto che vada a braccetto con la più qualificata feccia internazionale, penso a Orban, alla Le Pen e a Steve Bannon, sarà un freno a votarla certo come sono che alla stragrande maggioranza dei suoi elettori quei nomi non dicano assolutamente nulla.

Io non credo che vincerà perché la sola cosa che emerge dalle sue variopinte esibizioni pubbliche è che la signora Meloni non capisce assolutamente una mazza di qualsiasi disciplina sia necessaria per governare. Robetta come economia, storia, finanza, sociologia, diritto pubblico e privato… persino l’aritmetica e l’italiano delle scuole dell’obbligo le sono ignote.

Non nego che le sue farse quotidiane dove interpreta la succosa parte di “Una de Noi” possano abbindolare le menti più rozze e disinformate ma non posso pensare che un italiano su quattro sia così, perché se così fosse è proprio la sua promessa di un ritorno alla barbarie sociale, economica e giuridica che ci meriteremmo.