LETTERA APERTA

DI GIANCARLO SELMI

 

On. Meloni,

Premetto di essere uno di quelli che, usando una locuzione accettabile, “non ce l’hanno fatta”, usandone una meno accettabile, anzi odiosa, ma più usata dai suoi sostenitori, “uno sfigato”. Non sono nato da genitori “benestanti”. Non mi sono iscritto in tenera età a sezioni del MSI, o evoluzioni, non ho avuto la fortuna di conoscere ed essere candidato da tycoon televisivi, neanche di partecipare a “cene eleganti”. Ho solo cercato di ripagare, studiando, gli enormi sacrifici di mia madre, che mi ha cresciuto senza padre. Ed ho lavorato tutta la vita, mi sono messo in gioco un sacco di volte.

I motivi della mia “sfiga” sono altri. Il più importante aver avuto un bimbo con una grave malformazione cerebrale, all’estero, mentre lavoravo ed avevo una normalissima vita. Non sfavillante come la sua, sia chiaro, non ho mai fatto politica, non ho goduto di faraonici stipendi e privilegi derivanti da incarichi politici, però una vita normale. I problemi derivanti dalla malattia del mio bimbo, hanno devastato la mia vita, mi hanno impedito di lavorare, dovevo occuparmi di lui e così ho fatto. Ho utilizzato i miei risparmi, sono tornato in Italia, faccio il caregiver a tempo pieno, occupandomi con straordinario successo di un bimbo speciale che, grazie al sacrificio mio e di mia moglie e grazie al reddito di cittadinanza che ci consente di avere una seppur piccola, modesta, tranquillità, continua a sbalordire noi ed i medici con i suoi piccoli ma costanti progressi.

Perché ci odia, on. Meloni?

Perché odia chi è sfortunato e chi è povero?

Perché il suo amore per il potere, per i ricchi, per quelli che hanno e possono, è così spietatamente e direttamente proporzionale al suo evidente odio per gli ultimi, per le vite più modeste, per chi non ha nulla?

Perché odia tanto sfortunati e poveri chi, con le sue scelte, lei stessa, nei tempi in cui è stata ministra ed ha partecipato alle scelte di uno squallido governo, ha causato sfortuna e povertà?

L’Italia è un Paese dove le sofferenze economiche di milioni di persone sono in costante aumento e, di questo, lei ha responsabilità, checché ne dica, o voglia fare intendere. Il suo avvento nella vita politica italiana ha coinciso con il peggiore momento che questo paese abbia mai conosciuto.

Lei ha partecipato attivamente a scelte politiche che hanno prodotto sofferenze sociali mai viste. Le ricordo la sua presenza in Parlamento che dura da più di vent’anni. Sono costretto a ricordarle, inoltre, che il governo a cui lei partecipò in qualità di ministro, condusse l’Italia sul bordo del default e rese necessaria la macelleria sociale di Monti.

Sono nell’età di mezzo, quella che non mi consente di avere un lavoro perché vecchio e non mi consente di avere una pensione perché giovane. In un paese, l’unico in Europa, dove il mio impegno di caregiver non è riconosciuto. Tutto grazie anche a lei, Onorevole.
Perché mi odia? Perché odia il mio bimbo? Perché odia mia moglie?

Perché odia la mia famiglia?

Perché pensa che l’Italia migliorerebbe togliendo a noi quel poco che ci permette di sopravvivere?

Non carichi troppo il suo karma di cose odiose, Onorevole, sia prudente. Sull’esistenza del karma non si hanno prove, ma non se ne hanno neppure del contrario e non sia mai che desse prova della sua esistenza proprio con lei. Lasci in pace la povera gente.
E comunque, senza scomodare il karma, per me, che sono credente, cristiano come lei non si stanca di definire sé stessa, c’è un esaustivo detto: “Dio è grande”. Basta quello.