MENTRE FRENA L’ECONOMIA MONDIALE, TRA LUCE E GAS, I GUAI ESISTENZIALI DEI MUTUI CASA

DI PIERO ORTECA

 

 

La macroeconomia tradotta nella vita quotidiana. Non siamo ancora ai conti in tasca generalizzati per arrivare a fine mese, ma già in molti, e i meno avvantaggiati, se ne stanno accorgendo. L’inflazione che alza i prezzi di tutto, i consumi che calano, meno soldi in circolazione e quelli delle banche che diventeranno sempre più cari. Per alcuni il rischio fame, per altri il “terrore-casa”, il bene chiave della famiglia italiana.
Nella scenario internazionale che ci descrive Piero Orteca

Macroeconomia nella vita quotidiana

L’economia del pianeta sta frenando bruscamente. “L’attività commerciale negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone, è diminuita ad agosto – scrive il Wall Street Journal – perché i prezzi più elevati indeboliscono la domanda dei consumatori e la guerra in Ucraina mette in crisi la catena di approvvigionamento”.

L’Energia, gas e luce e il mutuo casa

L’immediato futuro si prospetta plumbeo. Gli specialisti sostengono che, alla base di queste avvisaglie di recessione, ci sono il forte aumento del costo dell’energia (in particolare il gas) e le aspettative sul rialzo dei tassi, che sarà deciso dalla BCE. Cioè il denaro molto più caro. Se chiedo un prestito alla banca per far crescere qualche attività commerciale o industriale, o se il prestito l’ho già avuto, il “mutuo” per comprare la casa di abitazione e non avevo concordato un tasso fisso, e l’interesse dovuto cresce con il mercato.

Cura dolora ma necessaria

Uno degli impatti sociali più rilevanti della politica di disinflazione è la sua ricaduta sull’edilizia abitativa. In particolare, sui mutui-casa. Un rialzo dei tassi generalizzato e prolungato potrebbe squilibrare questo settore portante del sistema. Nell’Unione e nell’Eurozona, vista la lentezza con cui si è mossa la BCE contro l’inflazione, ancora non abbiamo avuto una vera e propria “emergenza-mutui”. L’unico rialzo, dello 0,50% lo scorso luglio, ha sostanzialmente lasciato i tassi di interesse al minimo del minimo. Contribuendo al boom dell’inflazione.

Mutui dietro l’inflazione

Ma adesso, vista la piega non proprio incoraggiante che stanno prendendo le cose (ci avviamo verso un’inflazione a due cifre), è probabile che, a partire dalla sua prossima riunione, dell’8 settembre, il “board” dell’istituto di Francoforte cambi registro. Ci sarà un altro rialzo (tra 0,50 e 0,75%) e questo comincerà a incidere più dolorosamente su chi deve contrarre un mutuo nel Vecchio continente.

Non solo tasso variabile

Non è vero che le mosse della BCE interessino principalmente solo coloro che hanno o che faranno mutui a tasso variabile (agganciato all’Euribor). Anche il 90% degli italiani, che contraggono un mutuo a tasso fisso (IRS), finisce in qualche modo per avere “danni collaterali”. I tassi interbancari di riferimento, infatti, usano sempre come stella polare (o come alibi) il tasso BCE. Inutile dire che proprio il settore dei mutui-casa è quello dove la macroeconomia si mischia alla “micro”, specie nel nostro Paese, in un guazzabuglio di procedure non sempre convincentemente cristalline.

Costi effettivi e tassi

A cominciare dai costi effettivi e dai tassi. Non sempre effettivi. Secondo gli specialisti, se la BCE, costretta dalla superinflazione, stringerà ancora di più i cordoni della borsa (cioè continuerà ad alzare i tassi in modo consistente) i mutui fissi potrebbero arrivare entro la fine dell’anno al 3%. Discreta impennata dovrebbero subire pure quelli a tasso variabile. Anche se, proprio per la natura stessa del credito, e per il periodo di turbolenze finanziarie che stiamo vivendo, diventa difficile azzardare previsioni di qualsiasi tipo.

Europa futuro plumbeo e Usa peggio

Ma torniamo all’economia generale. In Europa, già si registrano un calo degli ordini e un consistente aumento delle scorte di magazzino. Gli specialisti sostengono che, alla base di queste avvisaglie di recessione, ci sono il forte aumento del costo dell’energia e le aspettative sul rialzo dei tassi, che sarà deciso dalla BCE. Ma gli Stati Uniti stanno peggio: là l’indice di agosto è precipitato a 45 (a luglio era 47,7). Secondo il report di “S&P Global”, a determinare questa congiuntura, anche negli Usa, sono stati, in primo luogo, l’inflazione elevata, la carenza di materiali, i ritardi nelle consegne e l’impennata dei tassi d’interesse.

Guerra all’inflazione se la medicina non uccide il paziente

Quest’ultimo elemento entra, in prima linea, nella mortale guerra all’inflazione che stanno facendo le banche centrali di mezzo mondo. La stretta monetaria che parte dalla Federal Reserve, attraversa la Bank of England e approda fino alla Banca centrale europea, infatti, sta avendo influenze immediate su tutti i settori dell’economia occidentale. Anzi, diciamo pure su tutti i settori economici dell’intero pianeta.

Uno degli impatti sociali più rilevanti della politica di disinflazione è la sua ricaduta sull’edilizia abitativa. In particolare, sui mutui-casa. Un rialzo dei tassi generalizzato e prolungato potrebbe squilibrare questo settore portante del sistema.

24 Agosto 2022

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PIERO ORTECA

Piero Orteca, giornalista, analista e studioso di politica estera, già visiting researcher dell’Università di Varsavia, borsista al St. Antony’s College di Oxford, ricercatore all’università di Maribor, Slovenia. Notista della Gazzetta del Sud responsabile di Osservatorio Internazionale.