DICHIARAZIONE DI VOTO

DI ALFREDO FACCHINI

 

Stai a vedere che se vince la destra nera della Meloni, come tutto lascia intendere, è colpa mia che non voto un “centrino” che si spaccia per sinistra.

Se fai le cose di destra, se ti fai tondo e quadrato con la Confindustria, le banche e la lobby delle armi, se stai culo e camicia con i predoni americani, se la tua seconda bandiera è quella della Nato, se sponsorizzi Israele e scansi i palestinesi, la gente autenticamente di sinistra smette di votarti.

Obiezione: ma se non voti, il voto degli altri varrà il doppio.

Risposta: magari se si smettesse di cedere al solito mezzuccio di votare il male minore, il meno peggio, si riuscirebbe, forse, un domani per avere qualcuno molto migliore.

Se poi il voto utile coincide con i faccioni di Casini o Cottarelli, meglio sprangarsi chiusi in casa. Se poi non fosse saltata la pastetta con Calenda si sarebbero aggiunti i volti di due donzelle come Gelmini e Carfagna.

Questa obbrobrio di legge elettorale avvantaggia chi si coalizza nell’uninominale e le destre, cementate da un patto di potere, sono strafavorite per spartirsi, a urne chiuse, il grosso del bottino.

Il professor Letta, non lo può ammettere, ma si è già consegnato al nemico rinunciando ad una eventuale alleanza con tutti gli “Altri”, a cominciare dal movimento di Conte.

Quindi il segretario del Pd sta semplicemente concorrendo per perdere bene. Magari per centrare il premio di consolazione di un Pd primo partito. Forse per non farsi impallinare nel prossimo Congresso del suo partito. “Occhi di tigre” in vista della malaparata pensa più che altro alla ditta.

Sento ancora una vocina: ma tu ce l’hai col Pd.
No, è il Pd che ce l’ha con noi. Un passo indietro.

Nato nel 2007 dal miscuglio di Democratici di sinistra e Margherita, il Pd è stato alla guida del Paese nella XV (2006-2008 Prodi due), XVII (2013-2018 Letta-Renzi-Gentiloni), XVIII 2019-2022 Conte due, Draghi).

Senza contare la tredicesima legislatura (1996-2001) con i governi Prodi, D’Alema, Amato.

Insomma, di riffa o di raffa, gli eredi del partito comunista e della democrazia cristiana hanno governato in tutto 15 anni. Un’epoca politica.

Risaliamo il corso delle cose.
Dopo il 1989 gli ex comunisti hanno “cambiato spalla al fucile”, abbracciando definitivamente la dottrina neoliberale (libero mercato, iperproduttività, flessibilità del lavoro, precarizzazione etc etc).

Tanto Mitterand in Francia, che Schroeder in Germania, Blair nel Regno Unito, D’Alema ( insieme a Prodi e Treu) in Italia, hanno proseguito o introdotto nei loro Paesi le leggi di deregolamentazione avviate dalla Thatcher in Gran Bretagna e Reagan negli Stati Uniti. In sintonia con Clinton, che nel corso degli anni 90 ha abolito la legislazione di Roosevelt sulle banche, hanno liberalizzato i capitali, reso flessibile il mercato del lavoro, avviato ampi processi di privatizzazione di imprese pubbliche e beni comuni, isolato ed emarginato i sindacati. [Left]

Insomma hanno smantellato anche quel poco che sopravviveva del vecchio Welfare, (art.18, jobs act, etc etc) cavalcando l’onda neoliberista. Costringendo i più vulnerabili a vivere in un sistema economico spaventosamente disumano e iniquo.

Sono circa 6 milioni gli italiani in stato di povertà, mentre i senza lavoro sono oltre 2 milioni.
Chi un lavoro ce l’ha si ritrova un salario sempre più anemico: l’Italia è l’unico Paese europeo che negli ultimi 30 anni ha registrato una regressione dello stipendio medio annuale del 2,9% (Ocse).

Ma c’è di peggio. Sul fronte del lavoro si continua a morire: le “morti bianche” sono oltre mille ogni anno. Mentre nelle campagne del Meridione la voce grossa la fanno ancora i caporali.

Le mafie sono quelle di sempre: fatturano 150 miliardi l’anno. L’evasione fiscale cresce invece di diminuire sfondando il muro dei 130 miliardi. Il Debito pubblico è mostruoso: oltre i 2.700 miliardi.

La lista dei malanni sarebbe ancora lunga ed impietosa e non per colpa del destino cinico e baro. Hanno nomi e cognomi.

Una cosa è certa: in 15 anni, con i “migliori“ nella stanza dei bottoni, l’Italia non è riuscita a mettere fuori neanche il naso da questa pantano.

Senza una visione, senza un’anima per cercare oltre, più lontano, i “migliori” o i “meno peggio” si sono limitati ad amministrare (male, malissimo) il tran tran nazionale.

Fanno male le loro facce presuntuose, rispettose unicamente dei loro padroni, padroncini.

Non sono il male minore. Non sono la conseguenza. Sono la causa.