ELEZIONI, IL TRIPUDIO DELLE FINTE ALLEANZE. PRIMA LA POLTRONA POI SI VEDE IL RESTO

DI GIORGIO CREMASCHI

 

Questa campagna elettorale si sta caratterizzando per il tripudio delle finte alleanze per raggirare la metà del paese che va a votare, che non hanno alcun rapporto con quelle elettorali e con i reali programmi politici.

Elezioni, il tripudio delle finte alleanze

Elezioni, il tripudio delle finte alleanze

In questa campagna elettorale si susseguono i balletti delle finte alleanze politiche. In gran parte esse sono un trucco per raggirare la metà del paese che va a votare, perché le alleanze vere sono altre e come vedrete non hanno alcun rapporto con quelle elettorali.

PARTITO DELLA GUERRA. Quasi tutto il Parlamento ha votato l’invio di armi e l’aumento delle spese militari, ma i tre leader riconosciuti di questo partito sono Draghi, Letta e Meloni.

PARTITO EUROATLANTICO. Questo è il partito più vasto, va da Conte a Meloni passando per tutti i leader intermedi, che si proclamano fieramente legati alla NATO ed al suo legame con la UE.

PARTITO DEL RIGORE. Qui le posizioni sono più mascherate, perché a parole sono tutti contro l’austerità UE, poi però ci sono i fatti, come quello di rifiutare ogni scostamento di bilancio in obbedienza a Draghi e alla sua famosa agenda, dove i numeri di telefono sono solo di USA, NATO, UE e BCE. Qui i leader principali sono Letta, Renzi e a fasi alterne Berlusconi.

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PARTITO VIVA GLI IMPRENDITORI. Questo partito ha diversi volti. Quello confindustriale di Letta, Berlusconi e Meloni. Quello piccole imprese di Salvini e Conte. Quello multinazionale di RenziCalenda . Comunque tutti gli appartenenti a questo partito sono riconoscibili quando pronunciano il loro dogma di fede: il lavoro lo crea l’impresa.

PARTITO BASTA CON IL REDDITO DI CITTADINANZA. Qui non c’è partita i due leader sono Renzi e Meloni.

PARTITO TAV GRANDI OPERE PONTE SULLO STRETTO. Questo è il partito più vasto dopo quello euroatlantico. I leader principali sono però Letta, Salvini, Berlusconi, Meloni.

PARTITO ENERGETICO CARBONE RIGASSIFICATORI NUCLEARE. Anche qui sono in tanti. Dietro Draghi e Cingolani che guidano il partito ci sono RenziCalenda, Salvini, Berlusconi, Meloni e Letta che ogni tanto cerca di sfumare dalla foto di gruppo

PARTITO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA. Qui lo dicono gli accordi sottoscritti dai rispettivi presidenti di Regione. I Leader sono Letta e Salvini, con il supporto di Gelmini relatrice del progetto di frantumazione ulteriore del paese.

PARTITO NON TOCCATE I RICCHI. Meloni, Salvini, Berlusconi, Renzi, Calenda.
PARTITO NON TOCCATE LA FORNERO. Draghi, Letta, Renzi, Berlusconi.
PARTITO IL JOBS ACT HA FATTO COSE BUONE. Tutti da Letta a Meloni, passando per il convertito Di Maio e con Conte non pervenuto.

PARTITO DEL SALARIO MINIMO A 10 EURO ORA. Nessuno dei principali leader di partito sostiene questa proposta. Conte arriva a 9 euro.

Mi fermo qui ma il gioco può andare avanti, cogliendo su ogni punto importante le alleanze per fare o non fare certe scelte, molto diverse da quelle elettorali. Ovviamente i cespugli dei vari Fratoianni e Toti, che si alleano con i partiti più grandi, vanno ricondotti alle posizioni dei leader principali.

È chiaro perché chi vuol davvero cambiare le cose come l’Unione Popolare, quando si va ai fatti concreti si trova contro tutto il sistema, tutte le vere alleanze?

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Di Giorgio Cremaschi da:

20 Agosto 2022