8 AGOSTO 1956 – IL DRAMMA DI MARCINELLE

DI LEONARDO CECCHI

 

A lavorare come muli anche a 1000 metri sotto terra, dove arrivavano stipati come bestiame in ascensori di legno. Con attrezzature pesanti per tirare fuori il carbone, pagati una miseria, senza misure di sicurezza, per poi dormire in baracche che un tempo ospitavano prigionieri. E se non ti stava bene, fuori che ce ne sono altri.
Morirono in 136 italiani nella miniera di Marcinelle quella mattina dell’8 agosto del 1956. I “musi neri” li chiamavano. In totale, le vittime furono 262. Ma l’Italia, l’Italia che mandava braccia in giro per il mondo, pagò il prezzo più alto. Morirono tra le fiamme nel buio della miniera.
Dei 6 imputati, 5 furono assolti. Ci fu una sola condanna: un ingegnere. 6 mesi di carcere, ma con la condizionale. E 2mila franchi di multa.
Alla memoria di quei lavoratori, uccisi due volte in quegli anni, il ricordo di tutta Italia.
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