EHI, CALENDA, NON TI SARAI, PER CASO, MONTATO LA TESTA?

DI GIANFRANCO MICALI

 

Eravamo in ansia e Calenda ci ha rassicurati. Lui è pronto a fare il premier.
Perché? In nome di chi?
Sono particolari insignificanti per il figlio della regista Cristina Comencini, nipote del regista Luigi Comencini e del diplomatico Carlo Calenda e amico di famiglia di Luca Cordero di Montezemolo. “Io nacqui”, potrebbe essere il suo motto, e i sondaggisti sono dalla sua parte, accreditandogli un 4,5 per cento che assieme al 2 per cento(forse) di Matteo Renzi potrebbe mostrarci un’Italia ancora sbilanciata a destra, ottant’anni dopo la caduta del fascismo. Al punto che Giorgia Meloni potrebbe essere la più votata alle prossime elezioni. Di lei apprezzo soltanto la caparbietà che, da ex baby-sitter ne ha fatto una leader.
La stessa di Luigi Di Maio che da “bibitaro” lo ha catapultato a ministro degli esteri.
E pur non condividendo neppure un’oncia delle idee e delle posizioni politiche dei succitati personaggi preferisco comunque la loro ascensione a quella di un “figlio di papà”.
Che, infine, noi italiani meriteremmo una figura di maggior prestigio, e storia privata, e possibilmente di sinistra, pur senza toccare le insuperabili vette di Pertini e Berlinguer, è, purtroppo, tutta un’altra storia.