12 ANNI, IN COMA ETILICO…CHI È IL COLPEVOLE?

DI ANTONELLA PAVASILI

 

Ha appena 12 anni ed è ricoverata in un ospedale di Messina, in coma etilico.
Ha bevuto tanto, tantissimo, da farsi quasi scoppiare il fegato.
Con gli amici, in un locale al mare, a Rometta, un delizioso centro turistico sul Tirreno.
Ha fatto quel gioco assurdo, dal nome inglese impronunciabile.
Una figata che consiste nel bere, bere, bere.
Più degli altri, più velocemente degli altri.
Perché?
Perché fa figo, appunto.
Per sentirsi grandi, per divertirsi.
Perché i giovani è così che si divertono.
Bevendo fino a farsi scoppiare il fegato.
I giovani e a volte anche i bambini.
Perché una ragazzina di 12 anni è ancora una bambina.
La sua pelle profuma ancora di latte, i suoi occhi sono pieni d’innocenza, il suo cuore è puro.
Bambini, bambini violati da questa società che va in pezzi, frantumata come un bicchiere di quei maledetti intrugli che ingurgitano.
Una società ormai priva della sua cellula fondamentale, la famiglia, ossessionata dal guadagno e dal benessere, distratta, concentrata sui social e sull’edonismo più sfrenato.
Finta, col volto impiastricciato dal trucco del tutto e subito e in fretta.
E così una bambina di 12 anni beve fino a farsi scoppiare il fegato, è distesa in un letto d’ospedale e noi tutti qui a chiederci di chi sia la colpa.
Del gestore del locale?
Dei genitori?
Della scuola?
Della parrocchia?
Dell’amministrazione che non fa i controlli?
Di tutti noi, la responsabilità è di tutti noi.
Che fingiamo di non capire quanto vuoto e spesso quanto dolore alberghi nel cuore dei nostri ragazzi.
Che se li vediamo tracannare alcol attaccati alla bottiglia come selvaggi voltiamo il capo dall’altra parte perché non sono affari nostri.
Perché non ci perdiamo nemmeno un secondo del nostro tempo ad insegnar loro quanto sballo può dare l’emozione di un tramonto, la magia di una canzone, il sapore di un bacio.
E poi, quando una bambina finisce in coma etilico, non troviamo di meglio che aprire la caccia alle streghe.
Di chi è la colpa?
Perché così è troppo facile, è gratis e ci fa sentire tutti esperti.
E intanto lei, quella ragazzina, sta stesa su un lettino d’ospedale.
Mentre il sole brilla, il mare canta e se solo le avessimo insegnato ad ascoltarlo quel maledetto gioco non l’avrebbe mai fatto.
Rialzati piccola, e poi va al mare.
Siedi sulla battigia, chiudi gli occhi e comincia a cantare.
L’inno della vita ❤️

 

Foto in copertina dal web