TORNA IL GAS NORD STREAM, MA POCO POCO. ASSAGGIO DEL NIENTE PROSSIMO?

DI ENNIO REMONDINO

 

Dopo alcuni giorni in cui si era temuto un taglio definitivo delle forniture, il gasdotto Nord Stream, che porta il gas dalla Russia alla Germania e da lì all’Europa, alla fine della manutenzione ha ripreso a funzionare.
Lo ha confermato l’agenzia energetica tedesca, aggiungendo però che il flusso di gas rimane eccezionalmente basso: circa il 30 per cento della capienza abituale. Rimangono quindi molte preoccupazioni.
E l’Europa prepara un gelido inverno di restrizioni
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“Manutenzione politica” gasdotti

Nord Stream aveva interrotto le forniture l’11 luglio per lavori di manutenzione programmata. “Manutenzione politica”, quella più temuta. Il flusso di gas russo verso l’Europa era in diminuzione da settimane, e molti temevano che Mosca avrebbe approfittato della scusa manutenzione per interromperle del tutto. C’erano vari segnali che lo lasciavano supporre, vero è che mercoledì la Commissione Europea aveva proposto un piano per razionare il gas nel corso dei prossimi mesi, proprio in previsione di tagli alle forniture.

Sanzione chiama contro sanzioni

La questione dei pezzi di ricambio bloccati dalle sanzioni è stata citata anche dal presidente russo Vladimir Putin, che mercoledì ha detto che il flusso di gas rischia di ridursi al 20 per cento già dalla prossima settimana. Queste minacce di Putin, unite al fatto che già adesso il flusso di gas è ridotto al 30 per cento, rimangono preoccupanti. «C’è ancora ovviamente moltissima incertezza su come saranno i flussi nelle prossime settimane e mesi», ha detto a Bloomberg Warren Patterson, un esperto del settore energetico.

ISPI, dati nazionali reali

Con la riduzione delle forniture russe, l’Italia e l’Europa vanno incontro a una crisi del gas? Riusciremo a riscaldare le nostre case questo inverno? A che prezzo? E dalla riduzione delle forniture Mosca esce rafforzata o indebolita? L’Istituto studi di politica internazionale si fa le domande e inizia a indagare i numeri veri della crisi in Italia e in Europa. «Numeri pubblicamente disponibili, ma di non semplice reperibilità», versione educata al sospetto di inganni per speculazione o politica o di prezzi. Quindi, i dati sulle importazioni italiane saranno aggiornati con frequenza quotidiana. Gli altri, invece, lo saranno con frequenza settimanale, tutti i mercoledì mattina.

Meno Gas e meno Pil

Il pessimismo nordico dell’Ue. L’interruzione totale dei flussi di gas russo verso l’Europa è “uno scenario probabile”, avverte la presidente della Commissione Ue. A rischio fino all’1,5% del Pil Ue. E chi ha più debito, pagherà di più. Se poi qualche Paese dell’Unione a caso non ha neppure un governo in carica con pieno poteri e si attorciglia in una campagna elettorale da brivido, c’è davvero da temere il peggio del prevedibile. E forse oltre. Chi sceglie la rottura politica per qualche conticino di bottega (tutto da verificare), che si prepara all’emergenza energetica invernale.

Autoriduzione gas del 15%

Obiettivo volontario per gli Stati membri di riduzione dell’uso del gas del 15% dal 1° agosto fino al 31 marzo 2023. «La Russia sta usando l’energia come arma. E quindi, in ogni caso, che si tratti di un taglio parziale e ingente del gas russo o di un taglio totale del gas russo, l’Europa deve essere pronta», ha dichiarato Ursula von der Leyen, mentre il prezzo del gas europeo alla borsa di Amsterdam schizzava del 5% a 162,2 euro a megawattora. Ora ha virato al ribasso e scende dello 0,61% a 153,50 euro a megawattora, ma è una febbre schizzoide quasi da Covid.

Prodotto interno lordo Ue a -1,5

Un’interruzione totale delle forniture di gas russo all’Europa, combinata con un inverno freddo, potrebbe ridurre il prodotto interno lordo medio dell’Ue fino all’1,5% se i Paesi non si dovessero preparare in anticipo, secondo la Commissione Ue. Il piano Ue affronta anche l’ipotesi di taglio totale delle forniture di gas naturale russo, e sarebbero guai veri. Un’interruzione prolungata potrebbe imporre un razionamento dell’energia, colpendo la già fragile ripresa economica.

Industria a chiusura programmata

Il piano prevede che i Paesi dell’Ue stabiliscano le priorità per determinare quali settori industriali saranno maggiormente colpiti. Obiettivi che potrebbero diventare vincolanti se le azioni volontarie non fossero sufficienti per prevenire una carenza di energia.

Putin a Tehran

Nei commenti durante la sua visita a Teheran, Putin ha affermato che “Gazprom ha sempre adempiuto e adempirà a tutti i suoi obblighi”. Ma il presidente russo ha aggiunto che, a meno che la turbina non riparta presto, i flussi potrebbero scendere la prossima settimana a circa il 20% della capacità. Putin ha anche detto che un’altra turbina dovrà essere sottoposta a manutenzione il 26 luglio, avvertendo che i flussi potrebbero essere presto ridotti se le sanzioni impedissero ulteriori interventi di manutenzione.

Draghi a chiudere

Nel frattempo, il presidente del Consiglio dimissionario, in un passaggio nelle sue comunicazioni al Senato, ha assicurato che “in pochi mesi, abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40% a meno del 25% del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo”. Ma bisogna, ha aggiunto il premier, accelerare l’installazione dei rigassificatori a Piombino e a Ravenna.

“Ma se in piena recessione economica con crisi alimentare planetaria, guerra con minacce nucleari in corso e pandemia che si riaffaccia, sa fa cadere un governo con la scusa del termovalorizzatore di Roma, auguri a tutti noi”.

 

Editoriale Remocontro del 21 Luglio 2022