“MINCHIA MAESTRO CAMILLERI,

DI ANTONELLA PAVASILI

 

giusto giusto ora ci doveva lasciare Vossia?
Abbiamo ancora lacrime fresche negli occhi, il cuore pesante e l’anima smarrita.
La nostra terra in questi giorni ha troppo sofferto e la sua morte è veramente il carrico da undici!
Si lo so maestro, siamo di passaggio su questa terra.
La vita è n’ affacciata i finestra.
Lo diciamo sempre noi, con quel fatalismo e quella teatralità che ci sono così congeniali e che, proprio nella morte, esprimiamo al massimo.
Però mi creda, Vossia sta cosa, proprio adesso, non ce la doveva fare!
Siamo smarriti, confusi, addolorati.
Un po’ arrabbiati anche.
E sicuramente in molti avremo pensato “a motti va o stortu!”
Il Maestro nostro aveva ancora tanto da fare quaggiù, ma sicuramente era stanco.
Troppe ingiustizie, cattiverie, violenze, sangue.
Troppe, pure per Vossia che le ha combattute una vita.
Ho pianto sa, Maestro, appena ho sentito la notizia.
E mi sono ricordata quella prima volta che l’ho vista, che l’ho conosciuta.
Al Maurizio Costanzo show, presentava “Il ladro di merendine”.
Ricordo come rimasi catturata dalla sua parlata così simile alla mia, dalle sue parole, da quella tragedia quieta che aleggiava nella sua voce, nei suoi occhi.
Ricordo Maurizio Costanzo che a fine intervista disse “Compratelo questo libro e, se non vi piacerà, vi rimborserò io i soldi!”
L’indomani andai nella mia libreria di fiducia e ne chiesi una copia.
Non l’avevano ma mi dissero che me l’avrebbero ritirata.
Ecco, da quel momento, da quando lessi le prime righe di quel libro, mi sono sentita meno sola nei miei pensieri, nei miei dolori, nelle mie rabbie, nella mia sofferenza.
Meno sola, nell’amore disperato per questa terra.
Meno sola in quella voglia di urlare che spesso, troppo spesso, rimane stretta in gola.
Avevo trovato la mia stessa voce, la mia stessa rabbia, il mio stesso dolore.
Il mio stesso amore soprattutto.
E adesso mi riesce davvero difficile dirle “Buon viaggio, Maestro…”
Ma devo, perché è giusto, perché è solo un arrivederci e perché in fondo anche adesso Vossia sta solo facendo tiatru.
Ma quale andarsene Maestro mio!
Lei rimarrà sempre qui, nei suoi libri allineati nella mia libreria, nella schiumazza a ripa o mari, nell’odore di fritto delle triglie di scoglio, nella ricotta dei cannoli, nell’azzurro del nostro cielo, nella disperata bellezza della nostra terra.
“Si nni issi Maestro, si nni issi libbiro e felice.
A simenza bona, fa sempri fruttu bunu.
Mi levu a coppula e ci dicu grazi a Vossia.
E stasera, a cena, mangerò frittura di triglie di scoglio e brinderò con un cannolo.
Alla nostra Maestro….❤️
Il 17 luglio 2019 ci lasciava il Maestro Andrea Camilleri.
Lo ricordo con le parole che scrissi 3 anni fa.
Incredibilmente attuali.
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