IL CASSETTO DEGLI IMPREVISTI…

DI ANTONELLA PAVASILI

 

Da sempre, a casa di mia mamma, c‘è un cassetto che io e le mie sorelle odiavamo aprire.
Lo abbiamo definito il cassetto del “si succedi quacchi cosa e s’avi annari o spitali…”.
Contiene una base di corredo intimo, pigiama o camicia da notte, fazzoletti da naso (che poi chi li usa più?), calze, calzini o calzettoni (per le quattro stagioni), una vestaglia, un cofanetto per la pulizia personale.
I colori, manco a dirlo, sono tutti tenui, neutri.
Proprio da ospedale.
Terribile, vero?
Lo pensavamo e lo dicevamo sempre noi sorelle.
“Ma che t’importa? Se succedesse qualcosa ci penseremmo al momento…”
Ma lei, niente.
Irremovibile.
Di tanto in tanto rinfresca il corredo, u passa all’acqua, come dice lei, lo stira, lo profuma e lo sistema nel famigerato cassetto magari sostituendo qualche pezzo.
E così sta tranquilla.
Quando eravamo ragazze ci ridevamo sopra a questa mania.
Ma è arrivato un giorno in cui, confrontandoci, abbiamo scoperto che ci aveva contagiate.
Anche noi, a casa nostra, abbiamo il cassetto del “si succedi quacchi cosa e s’avi annari o spitali…”
Quando l’abbiamo realizzato siamo rimaste basite.
Ci siamo guardate e abbiamo riso come matte.
Riflettendo ho compreso a pieno il senso di quel cassetto.
Che contiene il corredo ma anche la necessità, molto siciliana, di non fari mala figura, di “cumpariri boni”, di essere in ordine anche nella malattia.
In una parola di tutelare l’immagine e la dignità.
E constatare che anche io e le mie sorelle abbiamo quel cassetto ha assunto un sapore nuovo.
Il sapore di una lezione, di un dono.
Che cercheremo sempre di difendere.
Perché anche se il nostro cassetto non contiene i fazzoletti da naso sostituiti da qualche pacchetto di Kleenex, anche se i colori sono sgargianti, il profumo rimane uguale.
Il profumo della dignità.
Il profumo della mamma ❤️