IL GRANDE CENTRO

DI GIANCARLO SELMI

 

Sembra il titolo di un film di Lawrence Kasdan. Non lo è.
È il titolo dato ad un’operazione immaginifica, come quasi tutte le operazioni politiche dei neodemocristiani, destinate a riempire il vuoto con il vuoto e le tasche di chi le organizza, di ricchi emolumenti, prebende, poltrone, vantaggi per le lobbies che pagano.
Se in Italia esistesse la decenza, questo spazio politico che si apre prima di tutte le elezioni, avrebbe seri problemi di esistenza. Non perché non sia legittimo e, per alcuni casi perfino utile, pensando ad un’area moderata, ma perché occupato da gente impresentabile, al potere da migliaia di anni, protagonista delle peggiori cose accadute in questo Paese.
Immaginate una conferenza stampa, convocata per la costituzione di questo “grande centro” con tre dei possibili leaders seduti dietro una grande scrivania per rispondere alle domande. Immaginate una Gelmini rispondere a domande sulla sua laurea in giurisprudenza presa a Catanzaro. Nella stessa università che negli stessi periodi vendeva lauree con tanto di borsino quotazioni.
Vedere un Di Maio nascondersi sotto la scrivania appena udita la parola laurea.
La stessa Gelmini incalzata su neutrini e tunnel dal Gran Sasso a Ginevra, rispondere sulla sua riforma della scuola vero inizio della rovina dell’istruzione pubblica italiana.
Immaginate Renzi, rispondere sul Job’s Act, esordio del medio evo del mondo del lavoro in Italia. Immaginatelo rispondere alle domande su un aereo di stato del valore di 7 milioni, comprato per 167. Spiegare i motivi di un’alleanza a perdere, da lui voluta e definita epocale, fra Alitalia ed Etihad, costata ai contribuenti italiani qualche miliardo. Quattrini transumati sulla parte attiva dei bilanci di Etihad.
Immaginate Calenda, fare un bilancio della sua attività di ministro. Spiegare quanto abbia inciso la sua opera sulla tragedia dell’acciaieria tarantina. Quali e quante aziende per suo merito non abbiano delocalizzato.
E poi, Casini, Toti, Carfagna, Brunetta, Lupi ecc.
Chiedere a tutti loro, quanti dei loro compagni di partito siano stati arrestati o rinviati a giudizio per corruzione.
Quanto abbiano tolto, con i provvedimenti dei governi a cui hanno partecipato, a sanità, scuola, disabilità, welfare. Insomma, di quanti danni siano responsabili, di quanto la loro opera abbia peggiorato la qualità di vita degli italiani.
E a questi ultimi chiedere: ma non siete stanchi di farvi prendere per il sedere?
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