LA VECCHIA NATO NON ANCORA GLOBALE CON BEN ALTRI PADRI

DI GIOVANNI PUNZO

 

Patto allora solo atlantico, alleanza militare firmata a Washington il 4 aprile 1949 da dodici Paesi dell’Europa e del Nord America, tra cui l’Italia. Da allora la North Atlantic Treaty Organization si è ampliata fino a coinvolgere molti Paesi dell’ex Unione sovietica, sino ai confini diretti della Russia, causa chiave dell’attuale crisi Ucraina con l’invasione decisa da Mosca. Trenta i Paesi associali attuali con la tendenza a crescere.
Protagonisti di allora a fare la storia (nel bene e nel male)
. Guerra Fredda e ‘Cortina di ferro’: «Da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico una cortina di ferro è calata sul continente».

                       President Harry S. Truman signs the Atlantic Pact binding North America and Western Europe in a common defense alliance.

Truman e Churchill prima di Biden e Stoltenberg

Il 5 marzo 1946, al Westminster College di Fulton nel Missouri, alla presenza del presidente degli Stati Uniti Harry Truman, Winston Churchill pronunciò un lungo discorso destinato a passare alla storia come il discorso della «cortina di ferro». La Seconda Guerra mondiale era finita da meno di un anno, ma l’Europa non poteva definirsi ancora stabilizzata o del tutto sicura. Lo statista inglese all’inizio definì la guerra e la tirannia come minacce ancora incombenti sul mondo sottolineando il futuro ruolo delle Nazioni Unite e quello dell’alleanza anglo-americana estesa al Canada, una prosecuzione insomma dei principi affermati durante la guerra e già espressi nella Carta Atlantica (1941) concordata con il presidente Roosevelt.
Da una parte lanciò l’ipotesi suggestiva di un corpo internazionale di pace che intervenisse in situazioni di conflitto e dall’altra però disse anche che era doveroso continuare a mantenere il segreto sull’arma nucleare. Più ricordata è la seconda parte del discorso in cui affrontò direttamente l’espansione dell’Unione Sovietica ricorrendo a una celebre immagine: «Da Stettino sul Baltico a Trieste sull’Adriatico una cortina di ferro è calata sul continente».
La risposta di Stalin in un editoriale sulla «Pravda» definì l’uomo politico britannico guerrafondaio, permeato di razzismo inglese, mentre, secondo lo storico e politologo americano George Kennan si trattò di un intervento straordinario, in cui Churchill dimostrò, oltre che notevoli capacità retoriche, anche quel lirismo letterario che gli sarebbe stato ufficialmente riconosciuto con il conferimento nel 1953 del premio Nobel per la letteratura per la grande abilità nel racconto storico e biografico.

La «guerra fredda» e la Nato

A coniare l’espressione «guerra fredda» fu un altro inglese già nel 1945; George Orwell, nel saggio «You and the Atomic Bomb», espresse il timore che il monopolio dell’arma nucleare (che l’Unione Sovietica non possedeva ancora) avrebbe portato ad uno stato permanente di ‘guerra fredda’, senza contare che esisteva il rischio della nascita di un grande impero che avrebbe potuto controllare il mondo. Nel 1947 l’industriale e politico americano Bernard Baruch, già consigliere di Woodrow Wilson e Franklin D. Roosevelt, riprese l’espressione di Orwell che ebbe da quel momento maggiore diffusione. Nello stesso anno Truman, in un discorso al Congresso degli Stati Uniti, annunciò il sostegno alla Grecia, in preda alla guerra civile, e alla Turchia minacciata territorialmente dall’Urss e sorse così la ‘dottrina Truman’ che si basava sul ‘contenimento’ dell’espansione sovietica ovunque fosse necessario.
Inoltre, a complicare ulteriormente la situazione in Germania, dal giugno 1948 al maggio 1949, l’Unione Sovietica – che occupava la parte orientale del paese – bloccò l’accesso dei rifornimenti a Berlino ovest occupata dagli occidentali. Se insomma questa epoca nuova dopo la guerra aveva già un nome, stava per nascere un altro importante protagonista: il 4 aprile 1949 a Washington fu siglato il documento costitutivo dell’Organizzazione del Trattato Nord-Atlantico, NATO nell’acronimo inglese.
In verità, l’anno precedente, con l’adesione di Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo, era già nata l’Unione Europea Occidentale, che costituì un passo importante verso l’alleanza con gli Stati Uniti e fu sciolta nel 2011. Nella NATO entrarono Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Islanda, Danimarca, Norvegia e Portogallo, dopo che in vari parlamenti nazionali si erano svolti concitati e aspri dibattiti sull’adesione.

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Il Patto di Varsavia

L’alleanza del blocco orientale fu sottoscritta ufficialmente a Varsavia il 14 maggio 1955, in diretta risposta all’adesione della Repubblica Federale Tedesca alla NATO avvenuta il 9 maggio. Il cammino verso l’alleanza a guida sovietica era stato però più lungo, strettamente legato all’evolversi della situazione in Germania, paese sconfitto, occupato dalle potenze vincitrici e soprattutto diviso in due. Fino a quel momento era stata la sola Unione Sovietica ad opporsi agli Usa o sviluppare iniziative in questo senso, ma sembrava giunto il momento di allargare agli altri paesi socialisti lo spazio politico e militare in un accordo definito ‘Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza’, formula che fu ripetuta più volte anche quando l’Unione Sovietica strinse altre alleanze in Asia o in Africa.
Nonostante nella stesura del trattato fosse contenuto il principio del rispetto della sovranità dei contraenti, dopo l’intervento in Cecoslovacchia nell’estate del 1968, il testo fu modificato: ex post nasceva così la dottrina Breznev, enunciata ufficialmente nell’ottobre 1968, che ammetteva l’intervento qualora fossero in pericolo le istituzioni fondate sul marxismo-leninismo. Pochi rilevarono che nel settembre 1968, dopo i fatti della Cecoslovacchia e prima del discorso di Breznev, l’Albania, stato fondatore, aveva abbandonato l’alleanza tacciandola di ‘social-imperialismo’.
Il Patto di Varsavia raggiunse il suo massimo livello di potenza nella prima metà degli anni Ottanta e fu rinnovato nel 1985. Dall’impero sovietico cominciavano ad arrivare però scricchiolii di varia natura che culminarono nelle diverse crisi russe dei primi anni Novanta e nel luglio 1991 il Patto fu sciolto.

Di Giovanni Punzo 

Da:

3 Luglio 2022

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GIOVANNI PUNZO

Giovanni Punzo di mestiere dovrebbe aggiustare ciò che scrivono gli altri -fa l’editor- ma ha preso il vizio. Scrive di storia militare, altro ‘contagio’ per aver fatto l’ufficiale degli alpini. Da lui le guerre ‘dei nonni’ all’origine di quelle di oggi.