A “PUTIA” DI ALFIO…

DI ANTONELLA PAVASILI

 

Sotto casa di mia mamma c’è un negozietto di generi alimentari più vecchio di me e più vecchio di Alfio, il suo titolare.
Prima di lui c’era la sua nonna, la mitica Donna Grazia, commerciante vecchio stampo furba come una cimice, empatica come il mare, “cuttigghiaredda” quanto basta.
In una sola parola era fantastica.
Donna Razia era la bussola del quartiere.
La gente regolava gli orologi col rumore della saracinesca che apriva o chiudeva e si ricordava che era mercoledì quando il pomeriggio la “putia” era chiusa.
Lei era energica come una bomba a idrogeno.
Non si fermava mai.
Puliva, “rigittava”, organizzava, trattava coi commessi, come li chiamava lei, meglio di una manager con tre master alla Bocconi.
Faceva i conti a mano con la sua enorme grafia e non sbagliava mai, proprio mai.
E vendeva anche a credenza, a “libbru”.
U “libbru” era un quaderno e in cui segnava tutto senza mai fare la scarafona perché lei era onesta e rispettosa della gente che lavorava ma che a fine mese non ce la faceva ad arrivare.
E lei la “cridenza” sapeva bene a chi farla.
Mai nessuno riuscì a fregarla.
Donna Razia era innamoratissima di suo marito, Don Alfio.
Un uomo fantastico, sempre elegantissimo, col cappello bianco e un garbo e una galanteria fuori dal comune.
Quando lui arrivava Donna Razia si illuminava, lo baciava e se lo guardava con gli occhi del cuore.
Quando lui morì per lei fu la fine.
Basta, non si sarebbe più occupata della “putia” che quindi passò al nipote Alfio.
Il nostro amato Alfio.
Che è un mix perfetto dei suoi nonni e che, nel quartiere, continua ad essere la bussola.
Alfio è la gentilezza e la cortesia fatta persona.
Non l’ho mai, proprio mai, visto arrabbiato.
Oddio…con un’eccezione…se perde l’Inter, di cui è follemente innamorato.
Ma questa gliela perdoniamo tutti.
Perché Alfio è tanto, tanto altro.
Lui e Francesco, un delizioso ragazzo che lo aiuta solo per amicizia, sono le gambe e gli occhi degli anziani, a cominciare dalle mie Rose.
Alfio è riferimento e aiuto.
È luogo d’incontro e punto di partenza.
Le mie Rose lo adorano.
Ora “chiamu a Alfiu…ora ci u dicu a Alfiu”
Alfio consegna la spesa e non fa differenza tra un acquisto minimo per solo mezzo chilo di pane o per tre buste intere.
Lui è così.
Generoso, educato, cortese per indole.
Alfio è il quartiere.
E mi sento di ringraziarlo.
Perché a volte, se mamma non mi risponde, chiamo lui.
Perché se la zia non ce la fa a reggere una busta, lui si precipita.
Per quella saracinesca aperta.
Che mi riporta a sua nonna Grazia, a don Alfio, ad un tempo che altrove è perduto per sempre.
Ma che da noi c’è ancora.
Grazie ad Alfio (e al dolcissimo Francesco) ❤️