“LADRI DI MERENDINE”

DI LEONARDO CECCHI

 

Fa un’enorme tristezza leggere che a Canicattì un uomo di 33 anni, disoccupato, sia morto dissanguato mentre tentava un furto a un distributore di merendine in una scuola.
Non fa rabbia, fa solo grande tristezza.
La tristezza della disperazione, profonda, che può indurre una persona senza lavoro e senza prospettive a cercare di sottrarre qualcosa da mangiare e delle monetine da un distributore. Fa tristezza la sua maldestrezza, che gli ha provocato la morte, derivata probabilmente da un suo non essere avvezzo a certe pratiche, iniziate per sopravvivenza.
Quando un Paese inizia a riempirsi di “ladri di merendine”, persone che spinte dalla sopravvivenza fanno ciò che non farebbero mai in condizioni normali, la colpa non è mai di quelle persone, ma di un sistema che crea povertà su povertà e aumenta le disuguaglianze.
Ed è ciò che sta avvenendo in Italia proprio adesso.
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