DI NUOVO PUTIN NELLE ELEZIONI USA? RIVELAZIONI CNN, SEGRETO UTILE SVELATO E PAURE ELETTORALI

DA REDAZIONE

 

Sembra il bis della sconfitta elettorale di Hillary Clinton contro Trump di sei anni fa. Sempre il ‘nemico esterno’ ad alleviare le colpe delle sconfitte. Per Biden e le ormai vicine elezioni di metà presidenza, in palio la maggioranza al Congresso e al Senato, la mossa è preventiva ed è assieme pessimo segnale di ciò che gli stessi democratici ormai si aspettano dal voto di novembre, referendum di fatto sulla presidenza Biden.
Una cosa segreta resa pubblica. “Pericolo” che la Russia interferisca con le elezioni di Medio termine. Certo influirà la guerra in Ucraina. Il ‘Ministero per la Verità’ che ritorna sotto altra forma. Il mancato ‘dopo Obama’ di Biden.

 

Il segreto utile da desecretare

La CNN ha comunicato i contenuti di un report, preparato dall’Intelligence Usa e (guarda caso) “declassificato”. Una cosa segreta, resa pubblica, insomma. Lo studio parla del “pericolo” che la Russia interferisca con le elezioni di Medio termine. Prove? Zero. Solo “impressioni” e “allarmi”, almeno a leggere il resoconto della CNN. Se poi si vede da dove parte il rapporto, il DHS, il Dipartimento per la Sicurezza Interna (quello del “Ministero per la Verità” di Biden), le perplessità aumentano. Torna in ballo Alessandto Mayorkas, il Segretario agli Interni, politicamente legato mani e piedi al Partito Democratico. Sgombriamo il campo da possibili fraintendimenti. Non facciamo il tifo per i Repubblicani. Anzi. Ma se parliamo di ideali “liberal”, Bernie Sanders c’entra a pennello. Mentre Biden è solo l’anello di congiunzione tra i “nouveaux riches”, la borghesia snob terrazzaiola e la classe urbana medio-alta. Che guarda gli operai dall’alto in basso.

Ministero per la Verità e libertà di stampa

Mayorkas ha già cercato di forzare la mano, con la sua Commissione sulla Disinformacija. Ma gliel’hanno fatta andare di traverso e Biden non ne ha più parlato: troppo rischioso sfidare il Primo emendamento. In America non si scherza con la libertà di stampa e le liste di proscrizione prima te le fanno ingoiare e poi ne discutono. Ora, non vogliamo dire che l’articolo di Edward-Isaac Dovere, sul sito CNN, sia la prova di un modo di seminare dubbi, che si è fatto strada in questi ultimi tempi in certi ambienti istituzionali americani, ma certamente è il segnale di un imbarbarimento della dialettica politica. Dunque, in questo momento, Biden e i Democratici sono sott’acqua nei sondaggi. Il primo è sprofondato, i secondi arrancano a tre-quattro punti di distanza, nel “congressional generic vote”.

Il mancato ‘dopo Obama’

Biden non è Obama. E si vede. Arrivando dopo gli sconquassi combinati da Trump, aveva più di un “bonus” per avere successo, ma li ha sprecati tutti. Specie nello scivoloso terreno dell’economia. I Democratici hanno poi pagato il solito dazio: troppe idee (magari belle e innovative), ma poca sostanza. Anche in politica estera, come dice la loro storia negli ultimi 150 anni, hanno peccato di “supponenza” e scarsissimo senso di realpolitik. Tuttavia, lo ribadiamo, quello che ha aperto il fossato tra il paese legale e il paese reale, cioè tra la Casa Bianca e “Main Street”, è la gestione cervellotica della politica economica. Quindi? L’Ucraina non c’entra. Lo dicono tutti sondaggi. È un affaire bipartisan. Ergo: se Biden perderà le elezioni di Medio termine, per colpa dell’inflazione, dei rincari energetici, dell’alterazione dei cicli domanda-offerta, per l’interruzione della catena di approvvigionamento delle materie prime e dei semilavorati, etc. etc, la colpa sarà in misura solo molto parziale della guerra in Europa.

Analisi serie e Putin come scusa

“Lo dicono tonnellate di analisi, report, studi, libri bianchi, “occasional papers” e chi più ne ha più ne metta. Dove vogliamo arrivare? Tutto il mondo sa che Putin ha torto marcio e che è in preda a un delirio di onnipotenza. Solo che farne la causa dominante di tutto quello che non va in Occidente, beh, è quantomeno improprio. A volte, siamo noi a renderlo troppo importante”.

Democrazia ovunque sotto attacco

Torniamo all’inizio, alla notizia e dintorni. Si riempiono la bocca parlando di democrazia e poi, alla prima occasione, se la mettono sotto la suola delle scarpe. Perché l’interesse “particulare”, quello del gruppo o della fazione politica, deve prevalere su quello generale. Non è giusto, ma spesso funziona così. Certo, nelle moderne democrazie parlamentari i “disequilibri” istituzionali, indotti speciosamente, sono magari meno eclatanti. Ma ci sono e possono essere condotti con raffinato cinismo, sfruttando momenti storici e “finestra di opportunità”. Se poi tutto questo rischia di capitare negli Stati Uniti, patria di tutte le libertà, allora più di qualcosa non quadra.

Di Piero Orteca

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21 Giugno 2022