ARIDATECE ROMOLO

DI MARIO PIAZZA

 

Quando lo scorso ottobre Roberto Gualtieri fu eletto sindaco di Roma (anche col mio voto) mi ripromisi di non scrivere nulla sul suo operato per i primi sei mesi. E’ ciò che feci con Virginia Raggi, e proprio per i disastri ereditati dalla fantasindaca uscente ho concesso a Gualtieri altri due mesi di tempi supplementari… gli otto mesi scadono oggi.
Cosa è cambiato a Roma nel frattempo? La risposta breve è fatta di tre parole e un punto esclamativo: Una beata minchia!
Se fossi più generoso con me stesso potrei provare a dare un senso al mio voto parlando di qualche miglioramento nel manto stradale e di un minimo di recupero sulla raccolta dei rifiuti… Mi prenderei in giro da solo, come si dice a Roma “mi darei delle calle”.
I disastri stellati stanno tutti lì come se al Campidoglio ci fosse ancora la vispa Virginia:
Strade dissestate peggio che a Mariupol;
Spazzatura affidata al buon cuore dei cinghiali;
Trasporto pubblico evanescente;
Aree verdi in stile Mato Grosso;
Piste ciclabili tanto assurde quanto deserte;
Vigili urbani non pervenuti;
Viabilità da terzo mondo:
Canili mortali per i loro ospiti.
Per farla breve il mio voto è servito solo a risparmiarmi le irritanti passerelle della maestrina dalla penna bianca e le esilaranti sciocchezze come le funivie urbane e le spiagge sul Tevere, per il resto non è cambiato un accidente.
Aridatece Romolo!