PNRR. ATTESO OK DEL GARANTE SULLA PRIVACY PER LA LOTTA ALL’EVASIONE

DI VIRGINIA MURRU

 

Tante sono le sfide che l’esecutivo ha davanti a sé, e tortuosi i percorsi, ma in ballo ci sono gli adempimenti richiesti da Bruxelles, al fine di ottenere i 40 miliardi di finanziamenti. E un centinaio sono i target da raggiungere per arrivare a questo traguardo, si tratta di risorse preziose, ossigeno per l’economia del Paese. Le condizioni imposte dall’Ue sono pesanti, in termini di numero praticamente il doppio rispetto a quelle portate a compimento nel 2021.

Si tratta di obiettivi fondamentali, quali le riforme sul fisco, PA, appalti, e in ambito Giustizia, gli interventi sui processi civili e penali; centri per l’impiego, e una cordata di investimenti cruciali.

Intanto, sia pure dopo una serie di ostacoli, sono stati sbloccati il ddl concorrenza e la delega fiscale. La sfida più seria resta tuttavia il contenimento dell’evasione fiscale, obiettivo primario per il ministro dell’Economia se si vogliono realizzare quelli stabiliti dal Recovery Plan.

Intanto  Bruxelles nei giorni scorsi, ha messo in guardia il governo italiano da nuovi scostamenti di bilancio (si tratta, nello specifico, delle raccomandazioni-Paese rivolte dalla Commissione europea), esplicito l’invito a tenere sotto controllo la spesa corrente, c’è peraltro in vista l’aumento dei tassi da parte della Bce, probabile alla fine della stagione estiva, al fine di arginare le impennate dell’inflazione . La vigilanza della Commissione sui Paesi che presentano un alto livello di debito, resta alta.

C’è stata, com’è noto, una ulteriore proroga del Patto di stabilità, considerate le emergenze ancora in atto sulla situazione Covid, nonché quella più ardua derivante dal conflitto in Ucraina. Non semplice per la Commissione la proroga del Patto di stabilità, contestata e ostacolata dai Paesi del Nord.

L’evasione fiscale è sempre stata il rovello di ogni esecutivo in Italia, nessuna misura fino ad ora è riuscita ad avere ragione delle ingenti risorse sottratte all’erario. Si tratta di circa 100 miliardi, che ogni anno tra imposte e contributi si perdono nelle maglie degli espedienti messi a punto dagli evasori, valori che lo Stato non può più permettersi d’ignorare.

Allo studio del ministero dell’Economia c’è un sistema che dovrebbe essere micidiale per i contribuenti disonesti: si dovrebbe agire tramite l’Agenzia delle Entrate, crocevia di dati preziosi al fine di individuare gli ‘infedeli’ che non dichiarano quanto dovuto in termini di reddito. Ossia coloro che spendono molto più di ciò che dicono di avere, e pertanto saranno suscettibili di controlli mirati.

Ma il nodo salta fuori proprio dalla procedura, che fa a pugni con la tutela della privacy. E allora l’ostacolo, per arrivare alla cassaforte dei dati custoditi dai sistemi informatici dell’Agenzia delle Entrate, è proprio la tutela dei dati personali. Per venirne a capo e superare questo processo blindato dal Garante per la protezione dei dati, è necessario proprio l’ok finale di quest’ultimo per sbloccare il decreto attuativo che consentirebbe di rispettare gli adempimenti richiesti da Bruxelles.

Per raggiungere l’obiettivo, entro la fine del mese in corso, l’esecutivo deve completare la cosiddetta ‘pseudonomizzazione’, ossia l’escamotage che in qualche modo aggira le norme sulla privacy, e fa sì che il contribuente non sia identificabile, almeno non direttamente. Sarebbero portate in luce solo le posizioni ‘in rosso’, che consentirebbero di attivare le opportune verifiche.

Solo con questa procedura si permette all’Agenzia e alla Guardia di Finanza di analizzare i dati e relative informazioni dell’Archivio dei rapporti finanziari, i quali fanno riferimento ai saldi dei c/c di inizio e fine anno, con relative giacenze medie, e movimenti. Ma si punta anche ad altre banche dati, quelle in particolare che permettono ‘sguardi’ più attenti agli investimenti, proprietà di immobili e altro, che non infrangono direttamente le norme sulla tutela dei dati personali.

Si tratterebbe finalmente di mettere ai raggi X in modo articolato e mirato i reali redditi dei contribuenti.

Alla fine di dicembre scorso intanto l’Authority ha espresso parere favorevole nei confronti della prima versione del provvedimento attuativo, con alcune condizioni. Ora tuttavia sulla delega fiscale ci sono gli emendamenti posti in essere dal Tesoro, il quale ha disposto il pieno ricorso alle banche dati e risorse digitali diretti alla lotta contro l’evasione.