L’ITALIA DEGLI “ASINI” CHE PIACE TANTO A DRAGHI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Da “Sole 24 Ore” : “Niente esame per gli studenti fuggiti dalla guerra in Ucraina e arrivati in Italia nei mesi scorsi. A meno che non abbiano una conoscenza adeguata della lingua italiana. Per tutti gli altri è prevista l’ammissione d’ufficio alla classe successiva”.
Credo di averlo scritto anche ieri: da quando è cominciata l’invasione, non c’è piano la cui logia sia stata completamente sovvertita.
Dopo aver cambiato le norme sull’accoglienza con decreti straordinari e aver creato i migranti ariani superiori, la discriminazione colpisce la scuole.
Gli studenti ucraini saranno promossi di default anche se non conoscono la lingua italiana, presupposto basilare
– RICORDIAMOLO- per interfacciarsi utilmente nel paese accogliente.
Sarebbe opportuno, in casi come questi, offrire idonei corsi di lingua italiana agli studenti ucraini prima di promuoverli alla classe successiva. Se questi studenti verranno ammessi senza i necessari elementi di italiano, oltre non capire nulla delle lezioni, comprometteranno, loro malgrado, il percorso didattico degli altri studenti, costretti a rallentare per le aberrazioni concepite da pazzi scatenati preposti alla rovina definitiva dell’Italia.
Ma se esistono risorse da devolvere in armamenti, il ministero della pubblica istruzione non dispone di risorse per pagare lezioni extra a studenti stranieri, e ci mancherebbe altro.
Nel paese dove i politici liberali urlano che i cittadini italiani devono “faticare” per raggiungere obbiettivi, il che in Italia significa nascere, vivere e morire soverchiati, si costruiscono corsie preferenziali per gli studenti fuggiti dalla guerra delle guerre, l’unica capace di generare ondate di solidarietà istituzionale mai viste prima. Solidarietà diventata pass par tout per autentiche cretinerie istituzionalizzate.
Insomma non bastano gli asini italiani per sopperire i vuoti nel casellario della futura schiavitù, bisogna aprire “l’asinificio” scolastico agli studenti ucraini. Lo scopo della scuola e “asinizzare” più che istruire.
Forse la soluzione immaginata dal consiglio dei somari presieduto da Draghi sarà costringere gli insegnanti a frequentare, a spese loro, corsi di lingua ucraina, affinché gli studenti sfortunati possano usufruire di specifiche lezioni nella loro lingua madre.
Non so cos’altro aggiungere oltre auspicare che un tornado selettivo costringa il Governo Draghi a decollare verso terre sconosciute e lontanissime. Magari si tornerà a una scuola che bocci i somari italiani e stranieri senza scuse e i filtri ideologici che stanno davvero appesantendo anche l’aria.
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