ESSERE RUSSI OGGI E’ DAVVERO UN DISONORE?

DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL

 

Essere russi oggi è un disonore. Disprezzare i russi, odiare i russi è la nuova moda del momento, dunque ben vengano le discriminazioni.
Mettere al bando il caviale e la vodka? Ottima iniziativa.
Escludere gli atleti russi dalle Olimpiadi? Buona anche questa, ma poi ci si ripensa, e sì forse possono gareggiare a patto di non ostentare la loro vergogna di essere russi. Niente inno e niente bandiera per gli atleti di questa sciagurata nazionalità. Intellettuali e letterati russi o perfino italiani che hanno avuto la sfortuna di interessarsi di cose russe vengono con discrezione messi da parte, salvo che alcuni come Paolo Nori e Solonovich vengono salvati in extremis.
Non si era detto che discriminare è sbagliato? Il giorno della Memoria, la giornata dedicata alla lotta per la parità di genere, le manifestazioni in onore delle minoranze e il gay pride… sono soltanto parole! Parole vuote. Certo oggi la discriminazione ha assunto una forma più sottile. Più brutale. Un capo di stato ha invaso un paese, e si condanna il blocco l’intera nazione. Un intero popolo.
E no, non mi importa se oggi non è conveniente, politicamente corretto per la precisione, dirlo, a me tutta questa situazione suscita un senso di nausea. Di schifo. Annullare nelle università le lezioni su Dostoevskij, promuovere roghi virtuali della cultura russa, costringere atleti e artisti a rinnegare la loro nazionalità è sbagliato. E non è soltanto sbagliato, è discriminazione.
Io amo la Russia, ne amo l’arte, la cultura, la letteratura. Alcuni dei più grandi ballerini e compositori al mondo sono russi.
La Russia ci ha dato Djagilev e Cajkowskij e Šostakovič. Chi non ha almeno una volta nella vita ascoltato un brano del lago dei Cigni o dello Schiaccianoci di Cajkowskij? E Puškin e Tolstoj? O Dostoevskij? C’è un motivo se in ogni parte del mondo, in ogni biblioteca le opere di Dostoevskij, a distanza di due secoli, continuano ad essere lette e amate. Io non avrei mai potuto scrivere senza aver letto Dostoevskij.
E questa è la Russia che si vuole odiare a tutti i costi. Odiate Putin, condannate la guerra, ma non discriminare un popolo e una cultura che ha tanto, tanto da dare.
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