QUANDO IL DOPPIOPESISMO DIVENTA GENOCIDIO

DI MARIO PIAZZA

 

La carestia, figlia della guerra, colpirà al cuore i paesi più poveri diventando progressivamente meno letale con il salire del reddito delle popolazioni interessate.
Fa già schifo pensare a come il problema ci viene proposto attirando la nostra attenzione sulle ondate migratorie che le carestie scateneranno ma lasciando in un vergognoso secondo piano gli effetti diretti sulle popolazioni colpite, come se quei milioni di persone che ne soffriranno e spesso ne moriranno fossero dannose cavallette o inutili sassolini che affiorano dalla sabbia dei deserti africani.
Sono oscenità concettuali a cui siamo abituati e alle quali non facciamo neppure più caso che ci vengono rifilate senza vergogna per attizzare il nostro odio verso la Russia la quale, chissà per quale astrusa ragione, avrebbe disseminato centinaia di mine proprio in quei porti dove aveva pianificato di attraccare trionfalmente.
Ammettiamo pure che sia così e che il blocco dei 24 milioni di tonnellate di grano ucraino siano opera di Putin e non una leva di Zelensky per avere più armi e denaro, lo schifo diventa però insopportabile se guardiamo al quantitativo ben maggiore (34 milioni di tonnellate) di grano russo bloccato non da mine di dubbia provenienza ma dall’embargo decretato contro la Russia dai grandi del mondo, (Biden, Johnson, Von der Layen e altri fulgidi esempi di umanità e democrazia) ai quali non mancheranno certo le proverbiali brioches.
Ma certo. L’embargo è l’unico mezzo per ricondurre Putin alla ragione senza scatenare la terza guerra mondiale.
Un’affermazione perentoria se a pagarne le conseguenze sono le cavallette e i sassolini, peccato che nel frattempo il mostro russo continui a incassare un miliardo di Euro al giorno per quel gas e quel petrolio necessari a non far soffrire troppo le nostre floride economie.
E allora è tutto così insopportabilmente falso e schifoso…
Io non sto nè con Putin nè con Zelensky, io sto con le cavallette e i sassolini.
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